Incontro per il climaGli occhi del mondo sul vertice di lunedì tra Joe Biden e Xi Jinping

Mentre la Cop 26 di Glasgow si avvia verso le battute finali, l’attenzione è tutta sul confronto tra i leader di Stati Uniti e Cina del prossimo 15 novembre. La dichiarazione congiunta diffusa mercoledì ha sorpreso molti, non è particolarmente articolata ma è stata accolta con entusiasmo perché dimostra che Pechino può essere un interlocutore quando si parla di ambiente

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Gli ultimi giorni della Conferenza sul clima di Glasgow procedono con qualche frizione. La Dichiarazione finale, al momento, sembra scontentare tutti: i negoziati per trovare una quadra sembrano scontentare tutti, dai Paesi più legati ai combustibili fossii – guidati dall’Arabia Saudita – ai più vulnerabili, capitanati dalle isole Marshall.

Alla Cop, l’Italia ha annunciato l’adesione a Boga, l’Alleanza oltre il petrolio e il gas, come Paese “amico”, quindi con impegni più generici rispetto ai “membri”. Ma, come scrive il Corriere della Sera, l’attenzione è tutta su Stati Uniti e Cina, e in particolare «sul vertice virtuale del 15 novembre tra Joe Biden e Xi Jinping, durante il quale il presidente cinese forse inviterà l’americano alle Olimpiadi di Pechino del 2022 (Covid permettendo)».

L’inaspettata dichiarazione congiunta che Stati Uniti e Cina hanno diffuso mercoledì dalla Cop26 non contiene grandi promesse di iniziative per l’ambiente, ma è stata comunque accolta con un certo entusiasmo perché in qualche modo ha dimostrato che la Cina può collaborare con gli altri Paesi alla lotta al cambiamento climatico.

La dichiarazione cita soprattutto obiettivi vecchi, già fissati in passato, come l’interruzione dei finanziamenti per l’estrazione di carbone all’estero e l’impegno a mantenere l’aumento delle temperature medie globali sotto i 2 gradi centigradi. La novità vera e propria è in un impegno della Cina per ridurre le emissioni di metano, ma non sono stabiliti termini e parametri chiari.

Dall’inizio della conferenza – alla quale non ha partecipato Xi Jinping – la Cina non aveva ancora preso veri e propri impegni di riduzione delle emissioni: non ha firmato l’accordo sulla riduzione progressiva dell’uso del carbone e non si è accodata a Stati Uniti e Unione europea nella promessa di ridurre le emissioni di metano del 30 per cento entro il 2030.

Allora ecco che il vertice del 15 tra Xi Jinping e Joe Biden assume ancora più importanza. «All’ordine del giorno della video-chiamata, oltre alla fatidica soglia di 1.5° di riscaldamento globale, tanti altri temi caldi: dalla sfida commerciale alle armi nucleari. Ma è evidente che il clima ha giocato il ruolo di grimaldello fra le porte finora molto chiuse dei due leader. Quasi come fece la diplomazia del ping-pong che aprì la strada alla storica visita di Richard Nixon in Cina nel 1972. Chissà se John Kerry saprà vestire i panni di Henry Kissinger», scrive il Corriere della sera.

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