Il 5 gennaio dovrebbe essere esteso a tutti i lavoratori l’obbligo di Green Pass rafforzato, quello che si ottiene solo con il vaccino anti-Covid. Il suggerimento sull’adozione di questa misura è arrivato dal Comitato tecnico scientifico, come spiega sulla Stampa Donato Greco, epidemiologo, membro del Cts ed ex direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
«Ci siamo quasi», dice il medico. E le condizioni sono «mature» per approvarlo «perché il 90 per cento degli over 12 ha almeno una dose, la vaccinazione dei bambini va bene, ma restano 6 milioni di adulti non vaccinati. Di questi un milione e mezzo ha più di 50 anni e 180mila più di 80. Tutte persone che rischiano l’ospedalizzazione e fanno cambiare colore alle regioni. Non sono solo No vax, pensiamo agli ultraottantenni, ma italiani poco raggiunti dalla prevenzione».
Da oggi Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia sono in zona gialla e si aggiungono a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento.
Per abbattere la curva dei contagi, Donato Greco illustra quello che sarà «un percorso a tappe», spiega. «Ora verrà introdotto il Super Green Pass nei luoghi di lavoro, una misura alternativa all’obbligo ma di grande impatto perché mette in sicurezza gli uffici, le aziende, l’economia e spinge tutti gli under 65 a vaccinarsi».
E poi, se arrivare all’obbligo generalizzato, «lo deciderà il governo, ma prima il generale Figliuolo porterà avanti la vaccinazione porta a porta, cercando di arrivare ai cittadini rimasti isolati, e si mobiliteranno i medici di base che finora hanno deficitato. Se non bastasse, si arriverà all’obbligo dai 21 anni in su per saltare l’età scolare».
E a chi dice che lo Stato non lo fa per non prendersi la responsabilità della vaccinazione, Greco risponde: «Falso, lo Stato ha già la responsabilità dell’indennità per eventuali effetti collaterali con la legge 210/1992». Per imporre l’obbligo però serve, spiega, «una legge ordinaria votata dalle Camere, che avrebbe tempi lunghi, ma trattandosi di un diritto primario non si può decidere per decreto. E poi c’è il tema che in Europa l’obbligo vaccinale non ha mai funzionato bene, perché la prevenzione non si somministra con i carabinieri». Ma «se non si otterranno risultati duraturi», ci si arriverà, «anche perché la vaccinazione non finirà qui, ma dovrà essere ripetuta».
Lo scienziato spiega che «i virus mutano grazie alla bassa copertura vaccinale. Omicron appare più debole di Delta, ma arriveranno altre varianti finché non si vaccineranno quasi tutti, bambini compresi. Solo allora ci sarà la normalizzazione».
Il problema non è solo la variante Omicron, che secondo tutti i dati in arrivo si dimostra meno capace di produrre malattia, ma anche la Delta, «che continua a riempire gli ospedali». I morti per covid-19 di questi giorni «hanno in media 75-80 anni e il 97 per cento ha due, tre, quattro patologie gravi concomitanti. In tutto il mondo muoiono soprattutto i fragili e poi ci sono alcune polmoniti gravi. La gran parte dei decessi avviene nei reparti Covid dopo lunghe degenze».
In ogni caso, Greco esclude l’ipotesi di rimandare la riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia: «Per il Cts la scuola non rappresenta un rischio significativo e anzi vanno attenuate alcune decisioni come quella di chiudere una classe con un solo positivo. Né serve lo screening con i tamponi, perché è una misura precauzionale che non ferma l’epidemia. L’unica risposta vera è la vaccinazione. Poi certo il positivo e i suoi contatti devono fare i test e se ci sono almeno due casi si può chiudere la classe».
E tra le novità in arrivo, c’è anche quella anticipata dal Corriere, ovvero la riattivazione automatica del Green Pass per chi guarisce dal Covid. Dopo il caos di questi giorni, le file e i ritardi per l’inserimento dei dati nella piattaforma nazionale che registra i dati relativi ai vaccini e ai tamponi, il governo avrebbe deciso di cambiare la procedura per i cittadini positivi al virus. Per ottenere lo sblocco della carta verde non sarà più necessario il certificato di guarigione, basterà l’esito negativo di un test molecolare o antigenico.