Santa polenta!Tutto il cibo nella vita di Papa Francesco

Durante la storica intervista a “Che tempo che fa”, Bergoglio ha confessato che da bambino sognava di diventare macellaio. Ma il cibo è sempre stato un leitmotiv della vita del Pontefice

Ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, Papa Francesco ha svelato che da bambino sognava di fare il macellaio. Non per la carne, ma per la borsa dove l’uomo teneva i soldi, appoggiata sul ventre. «Colpa dei geni genovesi» da parte di madre, ha scherzato il Pontefice, che con questa intervista ha scritto un pezzo di storia della televisione italiana. Di cibo, Papa Francesco parla spesso. Durante la chiacchierata con Fazio ha detto, «nell’immaginario universale, quello che conta è la guerra, la vendita delle armi. Con un anno senza fare armi, si potrebbe dare educazione e cibo gratis a tutto il mondo, ma questo è in secondo piano». In un tweet lanciato in occasione della Giornata Mondiale contro lo spreco alimentare ha scritto: «È scandaloso non accorgersi di quanto il cibo sia un bene prezioso e di come tanto bene vada a finire male». Saranno i geni italiani o la semplice attenzione alle cose terrene tenute insieme a quelle spirituali, ma il cibo torna spesso nei discorsi del Pontefice. Ma cosa mangia Papa Francesco? Cosa gli piace?

Il rapporto tra Jorge Mario Bergoglio e la cucina inizia da ragazzo. Come ha raccontato nel libro “El Jesuita”, «mia madre (Maria Regina, ndr.) rimase paralitica dopo aver partorito l’ultimo figlio, il quinto. Quando tornavamo da scuola la trovavamo seduta a pelare patate, con tutti gli altri ingredienti per il pranzo già disposti. Ci diceva come dovevamo mescolarli e cucinarli». Il giovane Bergoglio iniziò così ad occuparsi dei fornelli. Tra i piatti preferiti dai familiari preparati da lui, c’erano i calamari ripieni.

Successivamente, Bergoglio diventò famoso in seminario per le sue doti culinarie: preparava spesso da mangiare per i compagni di noviziato. Secondo quanto riportato dal giornalista Roberto Alborghetti, autore di “A tavola con Papa Francesco” (Mondadori Electa), diventato rettore del collegio gesuita di San Miguel, cucinava per gli studenti. Un suo grande cavallo di battaglia era il maialino ripieno e l’asado, tipico arrosto argentino. Invece, quando non c’era molto tempo, il futuro Pontefice preferiva i tramezzini al prosciutto o le empanadas, fagottini di carne tipici della cucina sudamericana. Papa Francesco è fedele al suo palato dalle influenze italiche anche durante i suoi viaggi. Ad esempio, quando visita le carceri, spesso resta a pranzo insieme ai detenuti. Durante la visita alla casa circondariale Giuseppe Salvia di Napoli, il 21 marzo 2015, il Papa ha pranzato con i detenuti, gustando un piatto di maccheroni al forno conditi con ragù napoletano.

Per i suoi ottanta anni, Papa Francesco ha ricevuto una torta molto speciale da Hedera, pasticceria di Francesco Ceravolo a Borgo Pio. Il pan di Spagna servito a strati, è stato farcito con cuore di mate, la bevanda preferita da Bergoglio. Nel 2017, chiacchierando con l’allora First Lady Melania Trump, Papa Francesco menzionò la putizza, un dolce mitteleuropeo a base di nocciole e uvetta. Questa sua conoscenza gastronomica è diventata subito famosa in tutto il mondo, grazie alla ripresa del Guardian, New York Times e Washington Post.

Nel libro “TerraFutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale” dello scrittore e fondatore di “Slow Food” Carlo Petrini, il Pontefice ha messo accanto cibo e sesso. «Il piacere di mangiare è lì per mantenerti in salute, proprio come il piacere sessuale c’è per rendere più bello l’amore e garantire la perpetuazione della specie». In più, Bergoglio li ha definiti entrambi piaceri “divini”: «Il piacere arriva direttamente da Dio, non è né cattolico, né cristiano, né altro, è semplicemente divino».

Al centro dei suoi discorsi da Pontefice, Papa Francesco colloca spesso il pane, che lui considera «la raffigurazione universale del cibo». In passato ha raccontato che da bambini, quando il pane cadeva sul pavimento, lo si doveva raccogliere subito e baciarlo: «non si buttava mai via il pane, simbolo dell’amore di Dio per te, il Dio che ti dà da mangiare». In casa Bergoglio i pranzi erano lunghi e abbondanti, soprattutto la domenica, quando le cuoche della famiglia si scatenavano nella preparazione di risotti, pasta fatta in casa, pollo e dolci. Forse anche per questa centralità che il cibo ha sempre avuto nella sua vita, Francesco è stato anche il primo Pontefice ad augurare ai fedeli: «Buon pranzo!». In più, oltre a non voler risiedere negli appartamenti pontifici, tra le rivoluzioni (anche culinarie) di Francesco c’è il non aver voluto un cuoco personale.

Oggi il Pontefice pranza nel refettorio della Domus Santa Marta, occupando un tavolo defilato. Consuma una cucina semplice, non molto diversa da quella di altre mense, con primi di pasta o a base di riso, zuppe, piatti di carne o di pesce, con verdure, insalata e frutta. C’è spazio per un bicchiere di vino, bianco o rosso, per lo più piemontesi. Dalla residenza di Castel Gandolfo arrivano latte yogurt, un ottimo miele, verdure coltivate nell’orto impiantato lì e della carne. Secondo quanto dichiarato dallo chef veneto Sergio Dussin, convocato spesso nelle cucine del Vaticano, «Francesco mangia di tutto, gusta molto le verdure, compreso il nostro radicchio di Treviso».

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