PesaroIl gusto della Capitale italiana della cultura 2024

La cittadina marchigiana, a cavallo tra mare e collina, è in festa e prepara tante iniziative in vista dell’evento. Anche la cucina scalda i fornelli, tra grandi certezze e nuove aperture. Ecco una selezione da insider

Sono tanti i personaggi noti, da Valentino Rossi a Jacopo Fo fino allo chef stellato Mauro Uliassi, che sul profilo Instagram @pesaro2024 hanno speso belle parole per sostenere Pesaro e la sua candidatura come Capitale italiana della cultura 2024. E il tifo ha funzionato, perché è di poche settimane fa la bella notizia della proclamazione. Tra i messaggi video, c’è chi apprezza il mare di Pesaro, le colline a poca distanza, i festival e la vivacità culturale (tra le news più entusiasmanti in vista del 2024, c’è il museo dedicato a Dario Fo e Franca Rame che sorgerà nella fortezza rinascimentale di Rocca Costanza), il suo legame con Gioachino Rossini (nato a Pesaro nel 1792) e la musica lirica… ma ad accomunarle quasi tutte, c’è sempre almeno un riferimento alla “buona tavola”. Sì, perché a Pesaro si mangia (anche) molto bene. Menu di terra e mare, dove ingredienti e ricette marchigiane doc si contaminano con i sapori della vicina Romagna. E da qualche anno c’è anche una discreta scelta di ristoranti etnici che meritano una tappa (il giapponese Wabisabi e il messicano Aguamiel, in cima alla lista). Oltre a business alternativi e consolidati, come Il Furgoncino, un food truck specializzato, dal 2014 ormai, in panini rock, ispirati a grandi big della musica e farciti con gli ingredienti migliori del territorio (non può mancare il Figaro, con zucca, ricotta fresca vaccina, salsiccia artigianale, parmigiano 24 mesi, peperoni, tabasco e sale dolce di Cervia). Pesaro riscuote consensi, perché è un ottimo punto di partenza per un itinerario che si può allargare a tutto il Montefeltro, ma anche una destinazione dove trascorrere un bel fine settimana primaverile. Anche prima del 2024!

Centro e zona mare
Abbiamo suddiviso così i nostri consigli su dove rifocillarsi come un vero insider, dall’ora di colazione al pranzo, passando per una merenda gustosa, l’ora dell’aperitivo fino alla cena. Via Branca, corso XI Settembre, via Rossini e via San Francesco sono il cuore storico della città. E qui si trova una selezione dei locali più amati. Nelle prime ore del mattino, in tanti si incontrano ai tavolini del Caffè Barrier (ma sono ottimi anche i suoi cocktail): davanti al loro espresso (qui ce n’è un’ampia scelta, da quello con una cucchiaiata di zabaione o con la schiuma di latte montata a freddo, e sono tra i primi in città ad aver iniziato a proporre anche alcuni specialty coffee con metodi di estrazione alternativi, come la chemex) e una pizzetta Rossini. Il nome s’ispira al compositore pesarese, ma più per simpatia che per altro. Sottile, con i bordi sbruciacchiati, base pomodoro, qualche giro di maionese e un paio di fettine di uovo sodo. La base può essere di pasta lievitata, ma ne esiste una versione anche più sfogliata. A prima vista un abbinamento azzardato. Basta un morso, o anche solo il profumo, per cedere e ricadere in tentazione più e più volte. Chi a colazione non se la sente, ma a pranzo o a cena una pizza Rossini se la mangerebbe volentieri, può ordinarla ai tavoli del C’era una volta, locale di riferimento in città da oltre 40 anni: qui la Rossini campeggia nel suo menu in ben 24 varianti, come la Rosschetta, base Rossini più porchetta marchigiana.

D’altronde, il Rossini musicista è uno dei motivi per cui ad agosto a Pesaro c’è il pienone negli alberghi. A lui è dedicato il ROF, il festival lirico che richiama appassionati e artisti di alto livello da tutto il mondo, e anche un museo, inaugurato da pochi anni nelle sale di Palazzo Montani Antaldi e che vede la collaborazione, per i contenuti digitali, anche di Alessandro Baricco (e dei suoi Holden Studios). Che lo descrive così: «Rossini era un genio in fuga. Dal suo tempo, dalla mediocrità, dalla rivoluzione, dalla musica del futuro, dalla sua terra, dalle ovvietà, dai pedanti, dalla modernità. E ovviamente, come tutti, da se stesso». Anche chi non è appassionato del genere, qui troverà di che divertirsi, tra orchestre interattive e postazioni multimediali per godersi le sue opere in totale relax, bambini compresi. Via Passeri, dove si trova il Museo e anche la bella Biblioteca San Giovanni (ricavata nell’ex convento della vicina chiesa), è al centro di un progetto di rinnovamento delle vie del centro e i suoi negozianti stanno lavorando all’unisono per ravvivarla. Tra questi, una ventata di entusiasmo e novità l’ha portata di sicuro il Rossini Bistrot, aperto da una coppia speciale. Lui è lo chef Cesare Gasparri (che viene dalle cucine di Gualtiero Marchesi, del Bulgari Hotel di Londra, per poi approdare ad Alma e infine, prima di mettersi ai fornelli del suo bistrot, alla Scuola de La Cucina Italiana come coordinatore didattico), e al suo fianco c’è la moglie Eliana Mennillo, napoletana doc ed esperta di comunicazione enogastronomica. Il loro è un progetto premiato con due cocotte dalla guida Ristoranti d’Italia 2022 del Gambero Rosso ed è un ristorante unico nel panorama pesarese, perché solo qui puoi assaggiare i piatti più rappresentativi della cucina italiana da nord a sud preparati a regola d’arte e con un mood contemporaneo, dopo un’attenta e appassionata selezione dei produttori. Come il filetto di manzo alla Rossini, foie gras d’anatra e salsa Perigord al tartufo nero, la supreme di faraona arrosto con salsa allo zafferano, patate e carciofi, o i casoncelli ripieni di pasticciata.

Anche Pesaro ha il suo chef stellato (ma di origini riminesi): è Stefano Ciotti (che si è formato nelle cucine di Gino Angelini e Vincenzo Cammerucci, per poi fare esperienza all’Armani Cafè di Parigi e collaborare con Gianfranco Vissani) del ristorante Nostrano, 1 Stella Michelin ricevuta nel 2017. Al momento è in fase di ristrutturazione, e nell’attesa della riapertura, si può trovare con un format temporary al boutique Hotel5 stelle Excelsior, sempre sul lungomare pesarese. Il pesce qui dà il meglio in piatti come lo spezzatino di astice, cardoncelli, verza, senape, e gli spaghetti Mancini underground, ricci di mare e pecorino di fossa. Ma stupisce anche il dessert cotto sulla griglia: banana alla brace, rum e cioccolato affumicato. C’è un’altra perla pesarese doc, in fase di ristrutturazione ma che sarà in forma smagliante a breve: si chiama Piadamarina, un ex chiosco che dalla zona porto si è trasferito in viale Trieste, lungo cui si distribuiscono alcuni dei più storici stabilimenti balneari cittadini. In città c’è trepidante attesa per la sua riapertura: il nuovo menu è ancora top secret, ma i suoi panini di pesce e il fritto misto siamo certi non mancheranno, come anche altri piatti d’ispirazione marinaresca, sempre con un tocco di creatività. Nella zona di Baia Flaminia, che vanta una delle spiagge più suggestive della città dove godersi il tramonto alle pendici del Parco naturale del San Bartolo, per gli appassionati di taglieri a base di salumi e formaggi Cheese+ è una garanzia che cavalca l’onda del negozio di generi alimentari dove, oltre a fare la spesa, ci si può fermare per una degustazione o un aperitivo. Uno di quei posti dove, insieme alle papille gustative, si stimola anche la cultura del mangiare bene, attraverso le storie dei produttori e delle aziende agricole da cui i proprietari si riforniscono, sempre alla ricerca di novità da assaggiare.

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