Che cosa rende un social dining un evento qualitativamente rilevante e cosa invece un momento di puro esibizionismo e happening mondano? Immersi nelle nostre serate milanesi, tra un aperitivo al volo, un drink dopoteatro o una cena in compagnia di qualche collega, alcune volte perdiamo di vista il cuore delle cose. E per coloro che fanno questo mestiere, spesso e volentieri si tratta dell’essenza del proprio lavoro. La piacevolezza di sedersi intorno a un tavolo, impugnare una forchetta verso piatti tanto desiderati, stringere in mano un bicchiere di bianco fresco, fare scarpetta con un pane croccante e profumato. Chi scrive di cucina e chi lavora con il cibo, a più livelli, non riesce a staccarsi da questa dimensione esperienziale – e a tratti romantico/visionaria – della tavola come momento conviviale e culturalmente fondante. Non si concepisce (facilmente) una cena mal mangiata in un posto bello né viceversa. Eppure succede e generalmente non si è mai contenti in nessuno dei due casi. L’ambiente, di per sé stesso, è fondamentale. Non solo in termini di decoro (e quindi di gusto nell’arredo, nei complementi, nei cromatismi usati, nella quadreria, nella disposizione degli ambienti) ma anche e soprattutto a livello di atmosfera. Quello che in alcune giurie viene chiamato “overall” dell’esperienza, ovvero una specie di valutazione di servizio / qualità / vibe / proposta.
Una delle sfide più grandi, per ogni nuovo Forketters all’orizzonte, non è tanto quella di avere commensali socievoli e felici di trovarsi quella sera in quel posto. Questa caratteristica per fortuna ha accomunato tutte le buone forketters fin dal primo evento, a febbraio 2022. Il più grande punto interrogativo riguarda l’unico vero e proprio deus ex machina di ogni cena: lo chef. Tanto più questo riesce a “darsi” agli ospiti, raccontando la propria filosofia e il proprio lavoro, tanto più la serata sarà unica nel suo genere e diversa da una normale cena prenotata in autonomia. La possibilità di chiacchierare in maniera informale con la brigata, il personale di sala, i proprietari qualora siano presenti e diversi dagli chef, fornisce un grado di approfondimento e conoscenza di quella realtà molto diversa. Consente di apprezzare e comprendere meglio certi aspetti dell’attività, certe scelte e dinamiche che diversamente non avremmo modo di conoscere.
E dopo cinque appuntamenti, arriva finalmente la prima cena fuori città. Il Sole di Ranco, nella figura di Davide Brovelli chef e patron (insieme alla sua famiglia), ha sposato Forketters fin da subito, cogliendone il senso e l’idea. Il 22 luglio l’appuntamento è sul Lago Maggiore, a Ranco, per un aperitivo nella splendida terrazza panoramica e a seguire una cena sotto le stelle. Per prenotare il vostro posto, potete consultare direttamente il sito internet di Forketters.