I rossobruni I due nemici dell’Ucraina e la guerra ideologica dei finti pacifisti

Il popolo ucraino si difende dall’invasione russa ma non deve fronteggiare solo i massacri e i bombardamenti, ma anche i fan del Cremlino di destra e di sinistra che in tv giustificano la carneficina di Mosca

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C’è forse qualcosa di peggio che assistere alla revoca disperante del «mai più» in cui per decenni abbiamo creduto di poter confidare: ed è lo spettacolo che non si limita a mettere nel nulla quella speranza, ma la insulta.

Non c’è solo la guerra nell’Europa che si immaginava immunizzata: c’è lo squadernarsi esemplare dell’idea falsa che l’Italia ha di sé e ha dato di sé durante il corso della pace europea, e il ripresentarsi sostanzialmente per identico di tutta la tigna civile che ci ha infilato per vent’anni nel regime nero e poi ci ha condotto ad uscirne dopotutto inalterati nell’impianto di una democrazia incerta, accidentata, vulnerata da un’avversione quasi antropologica degli italiani per quel sistema di convivenza.

Non sarebbe meno orribile la guerra alle nostre porte se ad assistervi, da qui, non fosse il consorzio fascio-comunista che con strabiliante naturalezza, e pure con pretesa di incensurabilità, insegna ai bombardati, agli abbattuti con il colpo alla nuca, ai torturati, alle donne e ai bambini stuprati, che la pace rende liberi.

L’orrore sarebbe lo stesso, ma non vi si aggiungerebbe quello di cui fa mostra l’armata rosso-nera che rivendica la gratuità del proprio negazionismo e denuncia l’illiceità della presunta lista di proscrizione perché attenta all’autonomia e all’indipendenza della militanza stalinian-goebbelsiana.

Sarebbe uguale la tragedia dei profughi, ma non finirebbe nell’immondezzaio che li qualifica come «passanti». Sarebbe uguale il suono della guerra nelle orecchie di quelli che vivono da tre mesi sotto terra, ma almeno non ci sarebbe uno smartphone o un pc a riportargli il contrappunto pacifista dell’opinionismo che gli spiega che sono cattivi genitori perché in dittatura i bambini sono felici.

Sarebbe uguale il sangue sulla faccia delle donne incinte, ma ripulendosene esse non saprebbero di aver svelato la messinscena che le aveva assoldate per simulare ferite farlocche. Sarebbero uguali, cioè morti, quelli ammazzati da un missile piovuto su un stazione ferroviaria, ma i loro parenti non avrebbero dovuto apprendere dalla cronaca balistico-pacifista che l’ordigno era démodé a Mosca, e dunque inevitabilmente l’avevano cannibalizzato gli ucraini su indicazione di Joe Biden e magari – perché no? – con il consenso di Mario Draghi.

Fronteggiano due tipi di nemici, gli ucraini. Fronteggiano quelli che vogliono denazificarli; e poi fronteggiano quelli che da qui, da tre mesi, foltissimi a destra e a manca, offrono il loro contributo pacifista alla denazificazione. Ti raccomando gli uni e gli altri.

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