Oggi alle 16 il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, incontrerà a Palazzo Chigi il premier Mario Draghi. Prima del faccia a faccia, Conte ha convocato il Consiglio nazionale del Movimento dopo le turbolenze. L’ex presidente del Consiglio vuole un mandato pieno: molto probabilmente avrà con sé un documento, contenente gli impegni che il Movimento pretende vengano rispettati dal capo del governo. Ma i margini di manovra sono stretti.
Secondo Repubblica e La Stampa, il presidente del Consiglio non tratterà sull’invio di armi in Ucraina ma è pronto ad ascoltare e sostenere le richieste grilline sul reddito di cittadinanza e sulla lotta all’inflazione.
Mario Draghi ha nuovi interventi in cantiere nelle prossime settimane. Allo stesso tempo, chiarirà che le armi a Kiev continueranno ad arrivare. Il decreto interministeriale, il quarto, sarà pubblicato tra mercoledì e giovedì. L’ombrello del Parlamento c’è, ribadito anche a fine giugno. Anche perché domani Draghi volerà ad Ankara. E tratterà con Erdogan i dettagli di un patto per il grano, che è esempio di quella volontà di non trascurare gli spiragli di diplomazia. Se neanche questo dovesse bastare a Conte, allora ognuno si assumerà le proprie responsabilità.
Ma il punto è che Draghi vorrà capire cosa vuole davvero Conte. L’avvocato si comporta spesso come se volesse mettersi all’opposizione, poi però resta nel governo. Non rilancia, come fanno tutti, per poi tentare di accordarsi. Il leader del Movimento è di fronte a un bivio. Divorziare dal governo oppure rimanere al suo interno, mentre da fuori, dalla base, e dai gruppi parlamentari gli chiedono di finirla qui.
Una cosa, spiega Repubblica, sembra guidare le mosse del leader grillino: se opposizione deve essere, che sia cavalcando un tema sociale. Ma è proprio per questo motivo che Draghi non sembra disposto a regalare al Movimento questa possibilità. Il presidente del Consiglio è pronto ad esempio a mostrare massima disponibilità sui dossier sociali, nei limiti del possibile e del bilancio.
L’emendamento che ha modificato il meccanismo del reddito di cittadinanza potrà nuovamente essere rivisto. Bisogna poi muoversi per contenere l’inflazione. Quella europea, a differenza degli Stati Uniti, non è figlia di un’economia dopata da misure per la ripresa. Non è necessario, dunque, raffreddarla con una politica dei tassi, piuttosto incidendo sulla scintilla che ha provocato l’impennata: il costo dell’energia. Con un tetto al prezzo del gas, per il quale l’ex banchiere chiede unità d’intenti tra le forze politiche in modo da condurre una battaglia a Bruxelles. E attraverso interventi mirati prima dell’estate: non solo per il contenimento del prezzo della benzina e delle bollette, ma per il sostegno ai deboli e alle imprese in crisi. Ricercando un patto con le parti sociali, in modo da garantire il potere d’acquisto dei salari più bassi ed evitare allo stesso tempo un rialzo degli altri stipendi, che favorirebbe una spirale inflazionistica generalizzata. Una mediazione sul termovalorizzatore di Roma, inoltre, è considerata alla portata.
Se l’avvocato vorrà discutere di tutto questo, troverà in Draghi un interlocutore disponibile. Se invece porrà condizioni inaccettabili, incontrerà la resistenza del presidente del Consiglio. Da capire inoltre se il grillino solleverà il nodo della rappresentanza del Movimento al ministero dell’Economia, adesso sguarnita.
Il confronto era atteso da mesi. E non nasce nel migliore dei modi. In un anno e mezzo, Draghi ha smontato molto di quello che aveva fatto il governo Conte: leggi, nomine, metodo. Una distanza diventata incolmabile, che la scissione di Luigi Di Maio ha portato al limite.