Sardegna nascosta Uno stazzo degli Anni 30 riportato alla luce tra graniti e tradizioni pastorali

La vita di campagna e la cura dell‘orto tra le grotte di pietra e il fascino della natura selvaggia. È solo una delle immagini che offre questo luogo riportato alla luce da Marco Maria Berio e Raffaella Manca, dove ferro, pietra, ginepro ricreano un autentico immaginario sardo

Courtesy of Gallicantu

Per chi ama la Sardegna, il mare e le spiagge sono solo un piacevole dettaglio. Ma è al suo interno che questa terra misteriosa racchiude i suoi tesori, quelli da ricercare con determinazione, da farsi raccontare con garbo, da selezionare con cura. È nei suoi spazi interni che la terra si fa più aspra, più autentica e viscerale, ed esplode di tradizioni e di storia, di passioni familiari e di autenticità. In fondo, basta volersi voltare dal mare alla terra per vedere le montagne che si gettano nell’acqua cristallina.

Su quelle montagne abita la sostanza di un territorio da esplorare. È qui che Marco Maria Berio e Raffaella Manca hanno creato il loro Gallicantu, è qui che nasce una nuova cantina Bentu Luna su progetto enologico di Gabriele Moratti dove le vigne possono arrivare anche a 115 anni di età, è in questo territorio di carne e terra che la Sardegna vera si svela a chi ha voglia di cercarla. Gallicantus in sardo significa alba, ed è proprio questo il momento che sta vivendo: aperto in primavera a Luogosanto, storico borgo gallurese, questo retreat inconsueto con cinque camere e due suite disegnate dall’architetto Jean-Claude Lesuisse è un progetto di vita e di sogno.

Conca fraicata e cocktail bar di pietra, Courtesy of Gallicantu

Tre ettari di macchia mediterranea e graniti dalle forme antropomorfe celano questo luogo magico, che in origine era uno stazzo degli anni Trenta, il fulcro della vita agro-pastorale gallurese, rimasto abbandonato per quasi mezzo secolo. I due giovani e intraprendenti proprietari hanno seguito i lavori di ristrutturazione, cercando materiali e arredi e disegnando ogni pezzo così come lo avevano immaginato.

I cantoni di granito delle strutture originali sono lasciati a vista e le vecchie tegole recuperate o reinventate sono diventate lampade da interno. La vecchia stalla ora ospita la cucina. Arredi di recupero e mobili creati su misura da artigiani del luogo nascondono elettrodomestici di ultima generazione, che permettono di ridurre i consumi e prestare attenzione all’ambiente.

Al centro della tenuta si trova la piscina ricavata tra le rocce, un angolo di relax dove dimenticare i ritmi cittadini all’ombra di alberi secolari. L’esperienza che rende diverso il viaggio è un passaggio nella Grotta: già abitata in epoca pre-nuragica, è una spettacolare cantina per la degustazione di salumi, prosciutti e formaggi provenienti dagli stazzi vicini o da piccoli produttori locali che qui in terra sarda sono tantissimi e danno vita a prodotti introvabili altrove. È il caso dei salumi di Michelangelo Salis, che dalla carne delle sue capre crea capolavori che sanno di macchia mediterranea, di mirto e di vento. O dei formaggi di Samugheo, del caseificio Mandrolisai, dove la manualità e la tradizione costituiscono le basi sulle quali si creano capolavori di gusto. Semplici, autentici, identitari.

Gallicantu by night, Courtesy of Gallicantu

A pochi chilometri da lì, nella storica regione geografica del Mandrolisai, stretta tra le province di Oristano e Nuoro, ci sono i comuni tra due fiumi, con altezze che variano da 450 a 700 mt slm, una sorta di alta pianura in cui i vigneti sono tramandati di padre in figlio e il campanilismo è forte. Ogni villaggio ha la sua cultura radicata: nel centro di un’isola, nel centro del mare, la cultura si è mantenuta originaria e le tradizioni vivono da sempre identiche a sé stesse anche in agricoltura.

Nasce qui un progetto enologico fondato sull’uomo, dove il nuovo non distrugge il vecchio. Il progresso non vuol dire la distruzione del pregresso: a Bentu Luna lo sanno bene, ma qui non ci si limita al passatismo delle vigne vecchie, una sorta di marchio di fabbrica per un’azienda che vanta vigneti dai 35 ai 117 anni. Qui l’enologa e l’Ad Gian Matteo Baldi lavorano in un sodalizio ben riuscito, con un solido sistema scientifico, passando dall’osservazione, alla deduzione e poi all’azione.

Camera Corsica, Courtesy of Gallicantu

Sulle pratiche agricole di un tempo si innesta una visione di futuro coinvolgente e determinata, con le avveniristiche anfore bordeaux in cemento crudo che cullano il vino del territorio, fatto in un modo nuovo. Grazie al lavoro che la giovane enologa Emanuela Flore, insieme all’agronomo Giovanni Bigot e a Beppe Caviola, questo brand neonato sta già facendo tanto parlare di sé, conquistando nell’anno di esordio i “3 bicchieri” e la menzione come miglior cantina emergente 2022 sulla guida del Gambero Rosso. Il profumo intenso della macchia mediterranea ti accoglie, il vento lieve che viene dal mare ti scompiglia i capelli e ti porta la salinità dei flutti fin dentro al naso.

Il verde intenso della vegetazione, intervallata da fiori viola e gialli si staglia su un cielo azzurro intenso. È la natura possente e intensa della Sardegna che ti colpisce con forza e ti fa domandare perché non hai deciso di trasferirti qui. Dove il mare, alla fine, non manca affatto.

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