Mixology sarda Quattro mori, due lune e cinque stelle in un resort visionario

Al bancone del Due Lune Puntaldia Resort&Golf (90 ettari e 65 camere, 4 campi da tennis e 1 da golf) vengono preparati signature cocktail con erbe aromatiche, spezie e fiori che richiamano i profumi della Sardegna più pura e selvaggia. Nella struttura c’è anche spazio per l’arte, il design e vini dai sentori salmastri che si sposano perfettamente con il crudo di pesce

Courtesy of Due Lune Puntaldia Resort & Golf

La Sardegna distillata in un bicchiere, con cocktail chiamati, semplicemente, come le spezie della macchia mediterranea ai quali sono ispirati. Una celebrazione alcolica della Regione dei quattro mori – accompagnata dal necessario rinforzo alimentare – quella orchestrata al Puntaldia Resort & Golf, fresco della quinta stella. 

Una melodia guidata da Giovanni Fiorin, che ha assemblato e “diretto” le orchestre di locali milanesi divenuti leggendari (dal Pisacco al Dry), e che ora ha deciso di far tintinnare i calici anche nella struttura fondata del 1983 dal visionario imprenditore Peppino Fumagalli, già fondatore di Candy elettrodomestici, visionario ma pratico (come si confà allo stereotipo del “lumbard”), eppure anche assai romantico. 

Il nome del resort da 90 ettari e 65 camere, 4 campi da tennis e 1 da golf (con 9 buche) è frutto di una sera romantica passata con l’adorata consorte, nella quale la luna si specchiava nel mare, raddoppiandosi. L’opera magna di adattamento alla contemporaneità di una struttura che ha una clientela italiana e internazionale assai affezionata – che torna ogni anno a prendere possesso delle stanze vista mare arredate come se fossero cabine di uno yacht – si deve però agli eredi del Fumagalli senior: suo figlio Beppe, insieme alle sorelle Laura e Lella e poi alla terza generazione, la figlia di Beppe, Carolina. 

Dopo aver militato diversi anni in uno tra i più noti uffici comunicazione della moda nella Milano delle origini, Carolina è tornata infatti a quella che per lei è sempre stata “casa”, quella dove si intrattiene a pranzo sorseggiando una vernaccia frizzante sui lieviti che arriva dalla Valle del Tirso – la Napa Valley sarda – insieme ai Missoni, vicini di casa e amici di lunga data. Ed è stata di certo merito suo l’idea assai “corporate chic” di vestire il personale in ariose camicie di lino, e pantaloni in cotone di un elegante beige. 

Courtesy of Due Lune Puntaldia Resort & Golf

Una uniforme targata da Massimo Alba, esteta made in Veneto, ex direttore creativo di Malo e Agnona, flâneur rilassato con negozio wunderkammer sui Navigli milanesi, e un punto vendita anche all’interno del Puntaldia, con pareti rivestite delle stampe di The Rudder, giornale dedicato agli appassionati di nautica nell’Anno Domini 1907. Una uniforme che sembra stare a pennello a Fiorin, che così ci accoglie quando ci affacciamo al Luna nuova Cafè, con vista agevolata sulla piscina, e poi, più avanti, il mare dell’area protetta di Tavolara – Coda Cavallo, chiedendoci se vogliamo iniziare la mattinata nel modo giusto, ossia provando la sua cocktail list. 

«Ho scelto Puntaldia perché ritengo i Fumagalli dei visionari, che ancora oggi, guidati da Beppe e sua figlia Carolina, sono stati capaci di rompere con il passato, che non vuol dire rivoluzionare, ma semplicemente muoversi al di fuori della propria comfort zone. C’è stata con loro un’intesa umana, e avevamo obiettivi condivisi: elementi che per me, di estrazione contadina, abituato a valutare di pancia, o come direbbero gli esperti del marketing, con le “soft skill” – ironizza – sono fondamentali nella scelta di un progetto». 

Nel mentre, dietro la sua direzione, il ragazzo al bancone prepara uno degli otto cocktail signature, che si aggiungono ai classici e più rassicuranti Boulevardier e Aviation. Una tesi, quella delle affinità elettive, confermata dalla stessa Carolina. «La collaborazione con Giovanni è nata da un incontro a Milano nell’autunno 2021. Dopo esserci conosciuti e aver discusso a lungo, ci è sembrato un passo naturale cominciare a ripensare insieme all’anima food and beverage del Due Lune Puntaldia Resort&Golf. Ed in effetti, sin da subito Giovanni ha saputo interpretare l’anima mediterranea dell’hotel, creando una proposta basata sulla qualità delle materie prime, sul nostro legame con il territorio e sulla volontà di rimanere autentici allo spirito dell’hotel stesso, così come era stato pensato da mio nonno Peppino alle origini».

Courtesy of Due Lune Puntaldia Resort & Golf

«Quando sono venuto qui a gennaio», prosegue Fiorin, «ho fatto una passeggiata oltre il perimetro della struttura, e sono stato inebriato dagli odori della macchia mediterranea: l’aria era piena del profumo del lentischio, del mirto, c’era un elicriso quasi invadente, che è sembrato mandarmi un messaggio. Carolina tra l’altro voleva un orto con le erbe aromatiche, così la soluzione è stata semplice: utilizzare le erbe, ma anche i fiori come decorazione, in una drink list che racconta il Puntaldia attraverso i suoi profumi più caratteristici, come quello del basilico». 

Nel concludere l’affermazione, ci offre proprio l’omonimo drink (gin, lime, zucchero e basilico fresco): «Non usiamo liquori al basilico», avverte, «perché mettiamo in shakerata le foglie della pianta che coltiviamo noi, poi aggiungiamo gin, limone e un pizzico di zucchero. Tre ingredienti al massimo, ma buonissimi». 

La clientela, per ora, sembra rispondere bene: anche in un orario insolito per un cocktail, un cliente probabilmente tedesco figura elegante in camicia di lino color mattone, ne ordina uno da sorseggiare sui divanetti esterni, al bar c’è un continuo via vai di ospiti, alla ricerca di un caffè della tarda mattinata o di stuzzicare qualcosa assai prima di pranzo, forse una pizzetta crudo e stracciatella. Un percorso di evoluzione culinaria e beverina che richiederà più di una stagione.

Courtesy of Due Lune Puntaldia Resort & Golf

«Non sono più i primi 2000, gli anni d’oro del beverage», conferma Fiorin, «ma comunque al bar c’è una continua processione. Abituare la clientela classica del Due Lune, e nel contempo attrarne un’altra, non è un obiettivo che si raggiunge domani. Ci serviranno 3-4 stagioni. Ma noi siamo ambiziosi abbastanza e abbiamo tempo». 

Il metodo Fiorin si estrinseca anche a cena al beach restaurant, il Gazebino, dove l’offerta punta sui prodotti locali, nel pescato e nelle verdure – provenienti dall’orto del resort – con i vini in abbinata: dal Barbagia bianco Vike Vike dai sentori salmastri che si sposa con il crudo di pesce, al Vermentino di Vigne Surrau, dal sorso morbido, che sa di mandorle e macchia mediterranea – ça va sans dire – che accompagna la melanzana arrostita al fumo, con pomodoro e olio al basilico. 

Nel frattempo, seduti sui divani in midollino del bar (arredi originali poi recuperati e abbinati a pezzi di design dallo studio Castagna 1939), si sorseggia il Mirto (vermentino brut e liquore di Mirto). Lo sguardo fugge all’orizzonte, cullati da una struttura colorata di bianco e azzurro, che sembra navigare serena verso il futuro prossimo. E il naufragar è dolce in questo mare.

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