La sconfitta della Lega
La Lega di Matteo Salvini si ferma intorno al 9%. Ben lontana da quel 26% di Fratelli d’Italia, primo partito di coalizione. Ma soprattutto molto lontana dalle ultime tornate elettorali. Il paradosso è evidente, scrive il Corriere: un partito che siederà al tavolo dei vincitori, destinato al governo e alla guida del paese, ha perso quasi la metà dei voti percentuali rispetto al 2018, tre voti su quattro se si paragonano le politiche 2022 alle elezioni d’oro della Lega, le europee 2019, che fino a ieri erano poi le ultime in cui ha votato tutta Italia.
La Lega è il quarto partito, i Cinque Stelle di Giuseppe Conte nel derby tre le forze politiche del governo gialloverde l’hanno nettamente battuta. Che cosa farà ora il segretario del partito? Anche perché dietro l’angolo, c’è un altro rischio grosso: le Regionali in Lombardia. E non è detto che Fratelli d’Italia sia pronto a riconoscere la conferma di Attilio Fontana. La leadership di Salvini, fino a questo momento, mai messa in discussione, esce più debole. E potrebbe essere convocato a breve un congresso del partito.
Letta in bilico
Leadership in bilico anche per il Partito democratico di Enrico Letta, che dovrebbe restare sotto la soglia psicologica del 20%. «Indubbiamente non possiamo, alla luce dei dati visti finora, non attribuire la vittoria alla destra trascinata da Giorgia Meloni. È una serata triste per il Paese», ha detto la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, in conferenza stampa al Nazareno.
Sempre che Letta non decida di gettare la spugna in queste ore, quello nel Pd potrebbe essere un ricambio soft. Il congresso è previsto per febbraio o marzo. Per cui già all’inizio di novembre si avvieranno le procedure per l’assise nazionale del Partito democratico. Elly Schlein e Sefano Bonaccini sono tra i candidati a prendere il posto del segretario. Il dialogo con i grillini che fino a pochi mesi fa era oggetto del contendere dentro il Pd sembra ormai dato per scontato da tutti, spiega il Corriere.
Rimonta grillina
E dai Cinque Stelle Giuseppe Conte festeggia. Il risultato elettorale, intorno al 15%, è di fatto quasi la metà di quello delle ultime politiche, ma rappresenta una rimonta per i grillini dopo una campagna breve e intensa. «Tutti ci davano in picchiata e la rimonta è stata significativa: siamo la terza forza politica e quindi abbiamo una grande responsabilità», ha detto il leader grillino dalla sede del Movimento. «Il centrodestra sarà maggioranza nel Parlamento ma non nel Paese. È il risultato di questa legge elettorale. Inizieremo subito una battaglia per superare questa legge elettorale». E ha aggiunto: «Difenderemo tutte le nostre battaglie e riforme, non permetteremo a nessuno di smantellarle: abbiamo buona parte del paese dalla nostra parte».
«Il Pd ha la maggiore responsabilità politica della vittoria della destra, perché ha chiuso la porta al M5S aprendola a tutti quanti e rimanendo poi solo con una pessima gestione di alleanze e coalizioni», ha commentato il vicepresidente del partito Riccardo Ricciardi. «Letta deve fare un grosso mea culpa: ha voluto in alleanza persone che non avevano mai votato per il governo Draghi e ha chiuso al M5S. Quindi paga e pagherà questa responsabilità in termini politici».
Di Maio fuori
Flop invece per l’ex leader grillino Luigi Di Maio, che non è stato rieletto alla guida di Impegno Civico, fermo sotto l’1%. Nel collegio di Napoli Fuorigrotta 2 per la Camera, ha ottenuto il 24,3% dei voti. Nettamente primo l’ex ministro dell’Ambiente, Movimento Cinque Stelle, Sergio Costa, al 40,5%. Terza Maria Rosaria Rossi, centrodestra, col 22,2%. Solo quarta la ministra Mara Carfagna, di Azione, al 6,7%.
Calenda lontano dal 10%
Il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi si ferma sotto il 10%, che era stato dichiarato come obiettivo dai due leader. L’alleanza di Azione e Italia Viva finisce dietro Forza Italia e Lega. Matteo Renzi, come previsto, è volato in Giappone per i funerali di Shinzo Abe. Oggi è atteso il discorso di Calenda.
I derby più attesi
Una delle sfide più attese, quello del collegio del centro storico di Roma (uninominale Lazio U02) per il Senato, ha visto un risultato inaspettato. Doveva essere un derby interno al centrosinistra tra Carlo Calenda ed Emma Bonino, e invece si è risolto con la vittoria della candidata del centrodestra. Il leader Azione è arrivato terzo al 14% staccato dal 33,2% di Bonino e dalla vincitrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, arrivata prima con il 36,4%. Calenda è candidato anche al proporzionale, per cui sarà comunque a Palazzo Madama.
Daniela Santanchè, Fratelli d’Italia, ha battuto invece Carlo Cottarelli, Pd, con un margine molto ampio nel collegio di Mantova e Cremona, città natale dell’economista. La coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia ha portato a casa quasi duecentomila voti (199mila 691) raggiungendo il 52,17% e staccando di oltre 23 punti il rivale che si è fermato al 27,3% (117mila 445 voti). «Che notte!», ha commentato Santanchè. Cottarelli entra comunque in Senato come capolista nel collegio plurinominale di Milano.
Il duello più simbolico tra quelli andati in scena non solo in Lombardia, per il collegio uninominale per il Senato U04 a Sesto San Giovanni, è finito con la vittoria di Isabella Rauti e la sconfitta di Emanuele Fiano. La senatrice uscente di Fratelli d’Italia torna a Palazzo Madama con il 45,4% delle preferenze. L’ormai ex parlamentare del Pd si ferma poco sopra al 30%, staccato di oltre 14 punti.