Un celebre romanzo di E.M.Forster, poi diventato film, si intitola “Camera con vista. La svolta decisiva nella trama scaturisce infatti da una camera con vista sull’Arno che soddisfa le aspettative delle protagoniste, due ospiti inglese di una pensione fiorentina. Ma se una camera con vista può costituire il degno inizio di una vacanza, ci sono stanze in cui quello che si vede dalla finestra è ben di più: un’esperienza mozzafiato.
È il caso di Fogo Island Inn, un’affascinante gruppo di 29 camere e suite con spettacolari finestre dal pavimento al soffitto che si aprono sull’oceano più selvaggio e potente del pianeta. Situato sull’isola di l’isola di Fogo, Terranova, nel cosiddetto Newfoundland canadese, il pluripremiato Inn è stato inserito quest’anno dal New York Times tra i 52 luoghi da visitare. Il merito va alla bellezza del panorama ma anche allo spirito comunitario che lo anima: il 100 per cento delle eccedenze operative viene reinvestito nella comunità per contribuire a garantire un futuro sostenibile e resiliente per gli abitanti dell’isola, il cui spopolamento è stato arrestato proprio grazie al turismo.
Analogamente situato “alla fine del mondo” è l’Explora hotel di Torres del Paine, nel cuore della Patagonia, all’interno di un parco dichiarato Unesco Biosphere Reserve. Oltre alle camere e alle s6 suite, con vista sul panorama incantato, ampie finestre si aprono sull’esterno della piscina coperta riscaldata. Ma, per i più coraggiosi, ci sono anche quattro vasche idromassaggio all’aperto con un’impagabile vista sul fiume Paine.
Perfino i viaggiatori più “scafati” resteranno sbalorditi dalle finestre dell’Anthenea suite, un’alcova 5 stelle da 50 metri quadrati che viene venduta da un’azienda francese. Già acquistata da alcuni hotel del Medio Oriente e dell’Asia viene “ancorata” vicino alla costa, ma – grazie a finestroni sottomarini – consente di “immergersi” sott’acqua per ammirare la vita acquatica senza bagnarsi neppure con una goccia.
Chi alla natura preferisce le architetture urbane ha comunque varie opzioni per “lustrarsi gli occhi”: una di queste è Cavallo Point, ai piedi del Golden Gate Bridge di San Francisco, l’iconico ponte in ferro che si vede dalle finestre delle zone comuni e da alcune stanze, dà quasi l’impressione di poterlo toccare. In più, ospita una spa con un corposo calendario di trattamenti ispirati alle più varie terapie, tradizionali e alternative e ospita anche un tea bar. Ma è il rispetto filologico con cui la struttura è stata recuperata riutilizzando diciassette edifici precedentemente abbandonati e mantenendo materiali quasi il 100 per cento degli involucri esterni dell’edificio e circa il 75 per cento del tessuto interno, come pareti e pavimenti in legno, soffitti in lamiera stampata, modanature a corona e caminetti che hanno valso all’hotel numerosi premi: dal Global Vison Award for Sustainability di Travel + Leisure, al World Legacy Award for Senso of Place conferito dal National Geographic al “Best of the Best” Award for Sustainable Tourism Leadership di Virtuoso, network internazionale di viaggi di lusso.
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— Cavallo Point (@CavalloPoint) September 25, 2022
Unica al mondo è anche la vista dall’Aman di Venezia, noto alle cronache perché vi si è svolto il matrimonio di George Clooney con Amal Alamuddin. In una città già senza eguali, il meglio del meglio del meglio è rappresentato dall’Appartamento di Coccina, situato al quarto piano del nobile Palazzo Papadopoli e accessibile tramite un ascensore privato: uno scrigno con tre camere da letto indipendenti per un totale di 290 mq, tutte con bagno privato, soggiorno privato e ampie finestre con vista impareggiabile sul Canal Grande. A differenza dell’hotel fiorentino citato da Forster, è difficile che una simile sistemazioni deluda le aspettative di qualche turista. Con una vista così, come direbbe Clooney, what else?