Gran premio nel gran premioLe sfide e gli ostacoli per rendere più ecologico il motorsport

Dal carburante verde per le auto di Formula 1 all’elettrificazione dei veicoli per la logistica: compatibilmente con dei calendari sempre più lunghi e sfibranti, le discipline dei supereroi della velocità provano ad abbracciare gli obiettivi di sostenibilità

LaPresse

Max Verstappen e la squadra Oracle Red Bull Racing hanno rispettivamente vinto il mondiale piloti e costruttori 2022 con circa 31.000 chilometri di anticipo sul calendario F1 2022. Tanti sono i chilometri che rimangono da coprire per la logistica dei vari Gran Premi rimanenti, fino a Yas Marina ad Abu Dhabi a fine stagione (18-20 novembre), passando prima per le americhe. E il 2023 sarà anche peggio: 24 appuntamenti e 133.000 chilometri sulla carta, da capogiro. Primo gran premio del Bahrein a marzo, ultimo a fine novembre ad Abu Dhabi. 

Nel 2022, in totale, un team (sono dieci complessivamente) della massima serie automobilistica macinerà circa 116.000 chilometri, sempre sulla carta: tra trasporti e logistica, le distanze reali potrebbero essere più lunghe del 10-40 per cento. Per fare un esempio, nel 2019 le distanze relative dei soli Gran Premi furono di 106.000 chilometri. Ma realmente, secondo i dati DHL, i chilometri solcati dagli aerei cargo sono stati 131.000, che per il trasporto di 40-50 tonnellate di merce diventa una sfida globale che si rinnova ogni anno. Senza contare camion e navi.

Tornando all’impresa Verstappen-Red Bull, a quattro appuntamenti dal termine si aggiudicano i titoli 2022 a Suzuka, in Giappone. La tappa precedente era a Singapore, sette giorni prima, e altri sette giorni prima avrebbe dovuto esserci il Gran Premio di Sochi, in Russia (poi saltato dai calendari per ragioni internazionali ben conosciute). Spostare centinaia di tonnellate di merci durante tutto l’anno a distanza di pochi giorni con precisione assoluta (al conto mancano le varie parti di ricambio che le squadre devono inaspettatamente ricevere dalle proprie officine per carenze o incidenti in gara) rimane compito per pochissimi. 

Le famigerate gare “back to back”, con double header o triple header, ovvero a distanza ravvicinata di una settimana l’una con l’altra, e che hanno avuto un boom negli ultimi dieci anni, ad esempio nel 2018. In quell’anno vi furono ben sei appuntamenti raggruppati in varie serie di due o tre gare l’una vicina all’altra. Centinaia di autoarticolati hanno solcato le strade di mezza Europa in diversi giorni, trasportando i mega paddock dell’organizzazione e dei team notte e giorno fra Francia, Ungheria e Gran Bretagna: Paesi che avrebbero accolto le gare a distanza di una settimana fra giugno e luglio 2018. Una pianificazione sopraffina è servita, con turni di tre persone alla guida dei veicoli che si fermano solo per rifornimenti. Un gran premio nel gran premio. Uno stress ulteriore per tutti, persino i piloti, che l’anno successivo, il 2019, hanno lamentato questa situazione, che è stata rimodulata. 

Nel 2023 avverranno di nuovo appuntamenti serrati su suolo europeo fra Imola, Montecarlo e Montmelò (Spagna), continuando nella tradizione dei trasporti su gomma che – secondo l’Agenzia europea dell’ambiente – contribuiscono a più del 70 per cento delle emissioni inquinanti d’Europa nei trasporti, seguite dal trasporto marittimo al 14 per cento, aereo al 13 per cento e ferroviario solo al 0,4 per cento (dati europei Aea). Il calendario 2023 sarà caratterizzato da una complessità notevole, con 24 appuntamenti in tutto il mondo, per una distanza teorica di più di 133.000 chilometri e un impennata di pianificazione di rotte aeree, navali e trasporti su gomma. 

Stefano Domenicali, Ceo della F1, ha così commentato: «Siamo lieti di annunciare il calendario 2023 con 24 gare in tutto il mondo. La Formula 1 ha una domanda senza precedenti di ospitare gare ed è importante trovare il giusto equilibrio per l’intero sport. Siamo molto soddisfatti del forte slancio che la Formula 1 sta vivendo ed è un’ottima notizia quella di poter portare ai nostri appassionati un mix di nuove ed entusiasmanti località come Las Vegas e sedi molto amate in Europa, Asia e America». Un rinnovato boom nell’interesse nella Formula 1 nel braccio di ferro fra l’espansione dei calendari ormai all’infinito e l’interesse di contenere emissioni e costi. Una visione più completa può fornirla Alessandro Viano di DHL Global Event Logistic, partner di F1 nella logistica delle gare: 

«Durante la stagione 2022, il team DHL Motorsports ha percorso fino a 120.000 km: 22 gare in 5 continenti, di cui 8 double header, 1 triple header e la gara inaugurale a Miami. Gli ampliamenti vengono definiti in base a ogni singola richieste del cliente, poiché ogni progetto di movimentazione delle merci è sempre personalizzato. La sfida che ci aspetta per il futuro è legata alla sostenibilità: la missione del Gruppo Deutsche Post DHL per il 2050, lanciata nel marzo 2017, è incentrata sul nostro impegno a ottenere zero emissioni entro quella data stabilita», ha raccontato a Linkiesta

Da quanti anni seguite questi eventi? Prima era più facile?
«Gestire la movimentazione delle merci da una tappa all’altra è sempre stato estremamente stimolante dal punto di vista logistico. Chiaramente, la recente pandemia e la situazione Russia-Ucraina hanno avuto un grande impatto e ridefinito gli scenari, ma non hanno rappresentato la grande battuta d’arresto che in molti avevano previsto, anzi». 

Quali mezzi vengono adoperati per la logistica, e quanto conta il valore delle emissioni globali nell’ottica della loro scelta?
«Di recente abbiamo lanciato la nostra roadmap per la sostenibilità, in cui abbiamo annunciato che il Gruppo DPDHL investirà 7 miliardi di euro in processi non inquinanti e in soluzioni logistiche neutrali dal punto di vista climatico entro il 2030. I fondi saranno destinati ai carburanti sostenibili per il trasporto aereo (Saf) – il cui uso aumenterà fino a oltre il 30 per cento -, all’espansione della flotta di veicoli elettrici a emissioni zero e agli edifici a impatto climatico zero. Entro il 2030, 8.000 veicoli elettrici saranno impiegati per le consegne a distanza, con un’elettrificazione del 60 per cento della nostra flotta. Oggi, vantiamo oltre 20mila veicoli elettrici e quest’anno sono stati acquistati oltre 830 milioni di litri di carburanti sostenibili per il trasporto aereo. Finora, il Gruppo ha acquistato oltre 830 milioni di litri di carburanti sostenibili per l’aviazione». 

Negli anni quanto si è ampliato il “mercato”? Proprio come in pista, l’azione di un Gran Premio dietro le quinte è fatta di velocità, precisione e tecnologie all’avanguardia.
«Ciò che impatta maggiormente non è il numero di tappe, ma l’alta frequenza con cui si susseguono gli appuntamenti, che richiede una pianificazione dettagliata dell’instradamento globale per garantire una consegna puntuale per ogni gara. Di conseguenza, la pianificazione avviene con largo anticipo. Per raggiungere questo obiettivo usiamo soluzioni di trasporto multimodali, tra cui il trasporto via terra e via mare, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della logistica della Formula 1».

Nello stilare calendari dei campionati del mondo motoristici quanto è preponderante il tema della sostenibilità della logistica?
«Nel 2019, Formula 1 ha infatti annunciato la sua nuova strategia di sostenibilità, che prevede di rendere sostenibili tutti i Gran Premi entro il 2025 e di raggiungere una carbon footprint pari a zero entro il 2030. Questo fa della Formula 1 la prima competizione automobilistica a impegnarsi per raggiungere obiettivi sostenibili misurabili. F1 sta sviluppando un carburante sostenibile al 100 per cento, che sarà utilizzato nelle auto a partire dal 2026, in linea con l’introduzione dei motori ibridi di nuova generazione. Il carburante drop-in ha un enorme potenziale per essere adottato nelle auto da strada in tutto il mondo. Mentre il carburante da corsa rappresenta l’1 per cento delle nostre emissioni, il carburante sostenibile è l’area in cui F1 può avere il maggior impatto sul settore dei trasporti mondiale». 

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