Manovra in bilicoIl governo ha due settimane per un’intesa con la Ue sul nuovo deficit

Il primo impegno dell’esecutivo sarà la legge di bilancio, con il rinnovo degli aiuti contro il caro energia e il taglio del cuneo fiscale. Servono 30-40 miliardi, ma non va aumentato il debito. Il prossimo ministro dell’Economia dovrà trovare una soluzione in 15 giorni

(La Presse)

Una volta terminato il gioco a incastri sui ministeri, il nuovo governo si troverà davanti un impegno tanto certo quanto arduo: trovare gli strumenti per attenuare le conseguenze dell’impennata dei prezzi dell’energia su famiglie, imprese ed enti locali. Ma con una differenza, scrive Il Sole 24 Ore: se l’esecutivo Draghi aveva i soldi per farlo grazie all’extragettito fiscale prodotto da inflazione e crescita economica, ora la crescita si è spenta quindi i soldi vanno trovati altrove.

Nonostante gli ipotetici “tesoretti” lasciati in eredità da Draghi, la strada è quella di rivedere il percorso del deficit per il 2023. Il futuro ministro dell’Economia avrà in pratica due o tre settimane al massimo di tempo per concordare con l’Unione europea un nuovo obiettivo di disavanzo che apra gli spazi a una legge di bilancio che altrimenti sarebbe impossibile da scrivere. Senza però cancellare del tutto il percorso di discesa del debito portato avanti da Draghi a ritmi record.

«Dovremo vedere che cosa inventarci sull’energia», spiega Giovanni Battista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia tra i più ascoltati da Giorgia Meloni. «A seconda, se va bene o male sul fronte europeo, potremmo rischiare di dover trovare 60 miliardi nel 2023 o averne bisogno di 20 o 30; vuol dire una o due finanziarie».

Il deficit al 3,4% indicato nella Nadef per il 2023 è figlio delle imposte come l’Iva gonfiate dall’inflazione e di spese che al netto delle pensioni scenderebbero di 25 miliardi. Ma è difficile che l’anno prossimo la spesa sanitaria si riduca davvero di 2,2 miliardi e che quella per gli acquisti della pubblica amministrazione scenda di 2 miliardi. Poi ci sono gli aiuti sul caro energia da prorogare: il rinnovo dei crediti d’imposta previsti dal decreto aiui ter costerebbe, alle quotazioni attuali, circa 14 miliardi; il taglio delle accise sulla benzina ha bisogno di 3, 3 miliardi; 5 miliardi servono per estendere l’Iva al 5% su gas e per l’abbattimento degli oneri di sistema sulle bollette. Non solo. C’è da rinnovare pure il taglio al cuneo fiscale: altri 4 miliardi. E trovare anche una soluzione sulle pensioni.

Basta poco per arrivare ai 30-40 miliardi, scrive Il Sole. Che vuol dire 1,5-2 punti di Pil, con un deficit che tornerebbe verso il 5% mentre la crescita si appiattisce. Il tutto con i mercati sotto pressione che hanno già alzato di circa 40 miliardi in tre anni la previsione della spesa per interessi sul debito rispetto ai calcoli di aprile.

 

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