L’autunno calmo e riflessivo al quale ci stiamo abituando porta con sé desideri più intimi, bisogni più contenuti, e obiettivi più semplici. Ma non per questo ci si accontenta. Ma si tornano ad esplorare i dintorni con quella stessa leggerezza che ricerchiamo per i nostri momenti di relax, e la Franciacorta è il luogo ideale dove lasciarsi sedurre e tentare lo stacco.
Tra filari accessibili e paesini ben conservati, dove alle aree industriali si alternano vigneti e alle colline si susseguono relais, eccoci in un luogo che è allo stesso tempo città e provincia, campagna e lago, di una eleganza spontanea country chic.
È qui che possiamo andare alla scoperta di un vino che trae la sua origine nel territorio morenico, e la coniuga con una naturale propensione al fare, che caratterizza da sempre gli abitanti di queste zone. È qui che si sviluppa la storia millenaria della Franciacorta, dei suoi 19 comuni e della loro vocazione ad un’agricoltura d’eccezione. Già nel 1500, periodo di massimo splendore della Repubblica Veneta, la Franciacorta produce cibi e vini destinati alle tavole di principi, di re e di ricchi mercanti. La splendida Venezia fu per la Franciacorta il mercato di elezione per far conoscere i propri vini. Non è dunque un caso se ancora oggi, proprio qui, nascono vini capaci di sedurre gli appassionati e sorprendere i neofiti, vini con una naturale vocazione al piacere immediato, che fanno subito festa e trovano nella loro spontanea bontà un marchio di sicuro successo.
Qui nella zona i viticoltori e gli enologi fanno a gara a costruire identità: c’è il perfezionista del Pinot nero, il purista dello Chardonnay, l’inventore di sistemi di allevamento della vite all’apparenza nuovi e che poi scopri essere eredità di antichi saperi. E c’è il poeta del Pinot bianco che riesce sempre a sorprenderci un attimo dopo l’ennesima metodo di potatura verde. E ancora, ci sono le sei unità vocate della Franciacorta , talmente diverse tra di loro che ogni produttore è attento alle più sottili differenze, e ha una cura manuale e minuziosa della vigna per renderle tutte identitarie, e perfettamente sane e longeve.
Ispirandosi alla gioia di vivere e alla leggerezza, alla felicità che provoca l’apertura di un vino spumante e alla sua naturale propensione alla festa, è nata l’idea di Contadi Castaldi, che in una ex fornace della Franciacorta ha trovato la sua perfetta collocazione e ha coniugato la raffinatezza del perlage con la vivacità di una grafica giovane, facile, scalpitante proprio come il vino che racconta.
Farsi guidare alla scoperta della cantina dagli abili rappresentanti della cantina è un viaggio intrigante e ironico, che renderà un passaggio qui un momento da ricordare: l’approccio è poco tecnico, ma assolutamente coinvolgente, e permette anche ai non esperti di comprendere questo mondo e di coglierne ogni sfumatura. Tra pupitre e serbatoi, tra remuage e affinamento, si raccoglie l’eredità di un vino fatto per far festa, che sa diventare un punto di riferimento nel panorama enologico.