Fuga da MoscaL’enorme deflusso di denaro dalla Russia che Putin non può contenere

Tra gennaio e settembre i cittadini del regime hanno depositato trentadue miliardi di dollari in banche estere. È un effetto delle sanzioni occidentali, che spingono gli investitori ad assicurarsi contro i rischi di blocco delle attività

AP/Lapresse

«Follow the money» è la frase lanciata dal film sullo scandalo Watergate, “Tutti gli uomini del presidente”, e che era diventata un motto del giudice Falcone. Potrebbe ora essere riutilizzata per spiegare cosa sta succedendo alla Russia stretta tra sanzioni, nervosismo del regime putiniano e cattive notizie dal fronte.

Non solo, infatti, se ne stanno andando russi in quantità: tra un milione e un milione e mezzo, secondo stime del dissenso. Con loro, seguendoli o precedendoli, se ne vanno anche i soldi. Una cifra record equivalente a trentadue miliardi di dollari è stata infatti depositata da cittadini in banche estere nel gennaio-settembre 2022, secondo un’analisi dei dati della Banca centrale da parte dell’agenzia di stampa statale Ria Novosti. Dunque, è una ammissione ufficiale. Di conseguenza, i depositi bancari esteri complessivi dei russi sono più che raddoppiati, passando da 30,6 miliardi di dollari di gennaio a 63,1 miliardi di dollari di settembre.

La Banca centrale russa aveva stabilito dopo lo scoppio della guerra severi controlli valutari, che però si sono allentati nei mesi successivi. Ma già a febbraio erano stati prelevati da conti privati circa 4,3 miliardi di dollari. Un massimo storico nella storia delle statistiche disponibili, che però è stato battuto altre tre volte man mano che l’invasione proseguiva.

Dopo che la Banca ha limitato le transazioni transfrontaliere, i deflussi sono scesi a 1,7 miliardi di dollari a marzo era 1,4 miliardi di dollari ad aprile. Ma sono aumentati di nuovo a 1,7 miliardi di dollari a maggio, quando la Banca ha alzato il tetto per i limiti valutari, e sono triplicati a 5,2 miliardi di dollari a giugno.

Un ulteriore allentamento a luglio ha portato a 5,6 miliardi di dollari canalizzati all’estero quel mese, seguiti da 5,4 miliardi di dollari ad agosto. I russi hanno spostato un nuovo record di 6,7 miliardi di dollari su conti esteri a settembre, quando il Cremlino ha spaventato la popolazione annunciando la mobilitazione parziale di trecentomila riservisti.

La Banca Centrale non ha ancora fornito dati sulle uscite di cassa per ottobre. Dal momento però che 63,1 miliardi di dollari rappresentano solo depositi bancari esteri, il numero totale di contanti che i russi hanno ritirato dall’invasione dell’Ucraina potrebbe essere superiore a quanto riportato, ha ipotizzato l’agenzia di stampa investigativa The Insider.

La stessa Ria Novosti cita Yevgeny Mironyuk, esperto di Bcs World of Investments, per la sua analisi secondo cui tali dinamiche corrispondono al desiderio di assicurarsi contro i rischi di blocco delle attività e ottenere l’accesso a strumenti di investimento internazionali: «Poiché mantenere i fondi all’interno della giurisdizione russa comporta rischi esterni (sanzioni) e interni (normativi), molti russi distribuiscono fondi tra conti russi ed esteri. Ad esempio, l’apertura di un conto bancario e di intermediazione al di fuori della giurisdizione russa consentirà di investire in modalità attualmente inaccessibili all’interno della giurisdizione russa, con strumenti riconosciuti a livello internazionale».

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