La Libreria dell’Arco si trova in via delle Beccherie 55 a Matera, dove fino al 1968 c’era l’arco di Porta Pepice, memoria in tufo di uno dei ponti levatoi per accedere alla città. La libreria è qui dal 2016, la prima sede – aperta a inizio anni Novanta – si trovava accanto a Vico Case Nuove, che si apriva con un arco. C’è dunque sempre un arco evocato in questa libreria, che si snoda al suo interno attraverso tre arcate e altrettanti ambienti; e cos’è la lettura se non una forma di evocazione spiritica e per lo spirito?
Nicola Tamburrino, libraio, preferisce stemperare la poesia della finestra che si apre sui Sassi di Matera, le due ante potrebbero in effetti essere la copertina che racchiude questo luogo e le sue storie. «Ma solo se facesse vendere qualche copia in più. Tanti entrano per farsi le foto, pochi giorni fa una coppia mi ha chiesto “Ma il punto panoramico dov’è?”». Il panorama che preferisco ogni volta che torno a Matera è il bancone all’ingresso della libreria, ricolmo sempre di volumi che – in attesa di essere disposti a scaffale – creano un groviglio in divenire di generi, formati, torri di titoli che altrove si nascondono e che qui emergono. «Il nostro catalogo», dice Nicola, «si basa sul convento delle novità editoriali ma anche sulle riscoperte».
Ne cita alcune: Malacqua di Nicola Pugliese, Il quinto evangelio di Mario Pomilio, Uomo invisibile di Ralph Ellison. Si passa tra due colonne di saggistica e storia, «settori spesso bistrattati, che di solito si trovano nelle librerie di settore o hanno spazi ridotti». Poi si passa tra le mani A cosa serve la matematica? di Ian Stewart e Imparare dalla luna di Stefano Catucci: «Posso permettermi di dire, senza timore, che è molto più interessante la saggistica attualmente pubblicata in Italia rispetto alla narrativa, che ha uno spazio abnorme e produce ben poco di veramente innovativo». Una libreria dove nascono anche le storie scaturite dagli incontri casuali che vi avvengono.
Nel 2016 pubblicai sulla rivista CTRL un reportage su un villaggio svizzero da sempre senza illuminazione pubblica e ne lasciai una copia alla Libreria dell’Arco. Un uomo rivede nella copertina di ctrl una sua storia personale legata al buio e me ne parla: da bibliotecario era stato dirottato tramite raccomandata ai servizi cimiteriali e quando chiese per quanto tempo sarebbe dovuto rimanere al cimitero gli risposero “Per il tempo strettamente necessario”. Questa risposta divenne infine il titolo di un suo progetto fotografico nelle notti trascorse come custode. Raccontai di questo incontro in un pezzo online, lo scrittore Domenico Dara lo lesse e trovò ispirazione per costruire il protagonista del suo romanzo Malinverno, che ritrovo qui in libreria!
Letteralmente, un circolo letterario, curato da Nicola, che però è un libro chiuso, la sua biografia è di poche parole: «La lettura è qualcosa che mi porto dietro da sempre. Mio padre, operaio di mestiere, comprava un sacco di giornali, era interessato alla politica, alle cose che accadevano e la carta stampata è sempre girata in casa. Io leggo al mattino prima di venire qui, dopo pranzo e la sera». Poi conclude: «E leggo anche sul posto di lavoro».