L’uccisione di Mahsa Amini a Teheran, lo scorso 16 settembre, ha innescato in Iran una protesta popolare senza precedenti contro la teocrazia Islamica creata dalla rivoluzione khomeinista nel 1979. E nel mondo ha generato un’onda di solidarietà umana per le vittime iraniane, donne e uomini, schiacciate dalla repressione degli ayatollah. Le protagoniste di questa serata al Parenti sono loro: la rivolta delle iraniane e la nostra solidarietà .
La rivolta è contro il velo islamico – il chador e l’hijab – come strumento di oppressione dei diritti civili, di repressione delle libertà, di oppressione popolare. Le donne iraniane, chiedono di avere la libertà di indossarlo o meno, e respingono l’obbligo di farlo. Chi lo toglie in mezzo alla strada, al caffè o al ristorante rischia percosse, insulti, arresti ed anche la morte.
Ma sono in centinaia di migliaia a ripetere questo gesto di libertà e ciò mette alle corde il regime perché anche il più efferato e potente degli strumenti di repressione non può mettere in prigione oltre metà della popolazione. Come dimostrano le battaglie del Mahatma Ghandi contro l’impero inglese, di Martin Luther King contro il segregazionismo in America e di Nelson Mandela contro l’Apartheid in Sudafrica, la mobilitazione pacifica di massa per rivendicare i diritti fondamentali degli esseri umani è un’onda inarrestabile, invincibile per chiunque.
Da qui l’importanza della nostra solidarietà, di far sapere al regime degli ayatollah, ad una teocrazia medioevale che si alimenta con violenza e terrorismo, che le battaglie ed i sacrifici Mahsa Amini e degli altri giovani iraniani appartengono a noi come a tutti coloro che credono nella Dichiarazione sui diritti fondamentali degli esseri umani. Se le piazze di più Paesi in più continenti si riempiono a sostegno del grido Donna, Vita e Libertà è perché siamo consapevoli che la libertà dell’Iran è la nostra libertà. Perché i valori di un’antica e gloriosa nazione come la Persia non meritano di essere violentati da una dittatura che viene dalla notte della Storia. E se i diritti delle iraniane prevarranno si sprigionerà nel mondo islamico un potente vento di modernità che aiuterà l’avvento dei diritti da Kabul a Sanaa, da Njdamena a Kartum. E rendere il nostro mondo un posto migliore.