Azzeccagarbugli d’ItaliaL’estremo tentativo di Nordio sulle carte di Cospito per salvare Donzelli e Delmastro

Il ministero della Giustizia dice che il documento non era classificato, ma divulgabile. Però la scheda del Nucleo operativo centrale non si può avere tramite richiesta di accesso agli atti, come quella presentata da Bonelli dei Verdi, perché coperta da decreto ministeriale. È sull’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio che sta indagando la procura di Roma

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Cecilia Fabiano/LaPresse

Nel tentativo di salvare il sottosegretario Andrea Delmastro e il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, il ministro della Giustizia Carlo Nordio si aggrappa di nuovo all’arzigogolo giuridico – racconta Repubblica.

Il cavillo è inserito nella risposta all’istanza di accesso agli atti presentata da Angelo Bonelli dei Verdi, che ha chiesto di avere le stesse carte su Cospito da cui il deputato ha attinto per scagliarsi in Aula contro l’opposizione.

Il ministero della Giustizia, replicando a Bonelli, ribadisce che il documento nella disponibilità di Donzelli – una scheda di sintesi del Nucleo investigativo centrale (Nic) della Polizia penitenziaria relativa alle attività dell’anarco-insurrezionalista recluso al 41 bis nel carcere di Bancali – non era in alcun modo classificato. Di più: pur contenendo le dichiarazioni di boss mafiosi, «era divulgabile».

Allo stesso tempo, però, dal ministero della Giustizia sono costretti ad ammettere che quella scheda del Nic non si può avere neanche tramite l’accesso agli atti perché coperta da un decreto ministeriale (il 115 del 1996) che, per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, la rende inaccessibile. Infatti, e non a caso, il richiamo al decreto 115 appare in calce alla relazione di servizio che riporta la visita a Cospito dei quattro parlamentari Pd Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Silvio Lai e Walter Verini.

Il sottosegretario Delmastro non avrebbe quindi considerato il rischio di incappare nel reato di rivelazione di segreto d’ufficio quando ha consegnato al suo coinquilino Donzelli parti della scheda. È proprio questo il punto su cui sta indagando la procura di Roma. Se non è accessibile, come ha fatto il Gabinetto del ministro ad accettare parzialmente la richiesta di Bonelli, inviandogli solo le tre pagine (49, 53 e 53) del documento dove si leggono i virgolettati di Cospito? Allargando a dismisura la facoltà di sindacato ispettivo dei parlamentari. In pratica, ha considerato l’istanza di Bonelli alla stregua di una interrogazione parlamentare, quindi «atto ascrivibile latu sensu al sindacato ispettivo».

Il punto però è che Donzelli, al contrario di Bonelli, non ha fatto né l’accesso agli atti né una domanda scritta che, al limite, poteva rientrare nella formula larga pensata a via Arenula. Ne conosceva il contenuto perché gli è stato rivelato dal sottosegretario, scavalcando ogni procedura istituzionale.

 

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