È stato lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a lanciare l’allarme sull’aumento dei flussi di migranti sulle nostre coste. In consiglio dei ministri, davanti agli altri colleghi, ha annunciato che si prevede l’arrivo di oltre 400mila persone entro la fine dell’anno. Per questo ha presentato un “Piano d’azione”. L’ulteriore piano per gestire in forma emergenziale un fenomeno che non è più un’emergenza. Il tutto scritto nello stile burocratese del funzionario Piantedosi.
Secondo quanto riporta La Stampa, il piano Piantedosi prevede l’attuazione di una serie di attività che riducano le partenze e aumentino i rimpatri. A fronte del fatto che il flusso di migranti è aumentato del 303%, dal 1 gennaio al 28 marzo, rispetto allo stesso periodo del 2022. E con l’arrivo dell’estate i numeri continueranno a crescere.
Il progetto del Viminale stabilisce quindi gli interventi prioritari. Come «il controllo delle frontiere marittime tunisine attraverso pattugliamenti congiunti in mare e a terra e il potenziamento nell’area del porto di Sfax dell’attività di intelligence diretta a contrastare la costruzione e l’allestimento di navi e barchini da parte di organizzazioni criminali». Importante sarà, inoltre la collaborazione con i Paesi di origine dei migranti e la dichiarazione dello Stato di emergenza per l’isola di Lampedusa «che consentirebbe nell’immediato l’adozione di misure extra ordinem finalizzate a consentire il noleggio di assetti aerei e navali per il trasferimento dei migranti e la gestione dell’hotspot in deroga alla normativa vigente». Si punta, inoltre, a creare nuovi centri di accoglienza sia a Lampedusa, sia a Pantelleria.
L’attenzione principale del Viminale è concentrata su Tunisia e Cirenaica, parte orientale della Libia dove domina la politica di Khalifa Haftar, che non controlla in alcun modo l’esodo dei migranti. Dal 1 gennaio al 28 marzo sono infatti arrivate 27.219 persone per la maggioranza provenienti proprio dalla Tunisia (15.537 ) e dalla Cirenaica (4.556). Le nazionalità più ricorrenti dichiarate dai migranti sono al momento dello sbarco sono ivoriana, guineana, pakistana, bengalese, tunisina, egiziana, camerunense. La Sicilia, con 22.148 arrivi, si conferma la principale regione di sbarco seguita dalla Calabria con 3.405 arrivi.
Mentre il governo è impegnato «a rilanciare il dialogo strategico, di livello politico e operativo, con le autorità tunisine, anche attraverso il coinvolgimento della Commissione europea» il piano Piantedosi chiede quindi di potenziare il pattugliamento delle coste tunisine e l’impegno degli 007 per ostacolare la costruzione di navi e barchini. Sul fronte libico, scrive, occorre «raggiungere intese con le autorità che controllano la Cirenaica da cui si registra un incremento degli arrivi (da 2.891 nel 2022 a 4.556 nei primi tre mesi di marzo 2023) per un rafforzamento delle azione di prevenzione delle partenze».
Per individuare altre aree da destinare alla primissima accoglienza dei migranti «è stato attivato un tavolo operativo con l’Agenzia del demanio e con lo Stato maggiore della Difesa». E per la vigilanza dei migranti si potrebbe «coinvolgere un contingente di militari dell’operazione “Strade sicure”». È ipotizzato, inoltre, «un contributo economico di accompagnamento di 500 euro alternativo all’accoglienza per i richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta». Verrà, infine, ampliata la rete dei Cpr – Centri per il rimpatrio – per i migranti irregolari.