Anima antica, energia giovaneDentro all’inquieto universo della cantante Mafalda

La giovane artista prende spunto dalla canzone napoletana, aggiungendo un pizzico di Ska, Reggae e Dub. Il risultato è un sound spregiudicato, brioso e poliedrico. Oggi, 5 aprile, si esibirà in concerto a Milano

Nel tentativo di capire la dimensione artistica della cantante napoletana Mafalda è facile farsi ingannare dal suo look da wild child e il suo stile ucronico. Il rischio di etichettarla come artista spensierata e sregolata finirebbe per mettere in secondo piano l’incredibile indole cantautoriale che l’artista ha coltivato e su cui ha lavorato negli anni prima di trasferirsi a Milano.

ll suo sound prende spunto dall’antica canzone napoletana e dagli stili Ska e Reggae, passando per la più moderna ed elettronica musica Dub. Un’accurata ricostruzione degli artisti che hanno ispirato Mafalda implicherebbe un lavoro esteso e complesso, se si considera la sperimentazione e la poliedricità della ragazza al microfono. Senza dubbio, una parte importante del suo contributo al microfono deriva dall’ascolto delle canzoni del gruppo napoletano 24 Grana.

Il linguaggio brioso e la scelta meticolosa della metrica si fondono bene con la naturalezza del suo stile musicale. Ascoltando “Inquieta”, il primo brano pubblicato da Mafalda nel 2022, si discerne l’anima antica della cantante: «Ho scritto Inquieta in un attimo di tempesta, dove non vedevo una via d’uscita, se non la scrittura. In assenza di qualsiasi possibilità di agire sul corso degli eventi, la musica e il manifestarsi attraverso di lei hanno rappresentato la possibilità di cambiare, in qualche modo, il mio mondo e quello che mi circonda. Inquieta è un brano che nasce, cresce e si trasforma all’interno del contesto urbano», ha raccontato in un articolo sul sito di SkyTG24. 

La raccolta di canzoni nel repertorio di Mafalda diverge in maniera estensiva verso un tema su tutti: la tensione tra responsabilità e irresponsabilità nei confronti del proprio universo interiore. 

Questo aspetto si riflette nella volontà di Mafalda di rimanere autentica durante l’intero processo creativo ed espressivo, che arriva fino alla pubblicazione del brano. La sincronizzazione tra l’estro dell’artista e la sua voce interiore ha concesso una nuova aurora musicale, che lei stessa ha descritto a Linkiesta Eccetera come: «Per me la creazione di una canzone è qualcosa di insito e che rimane intangibile. È come se scivolasse attraverso le fessure delle dita. La mia percezione è che nell’ultimo anno la distanza tra dito e dito sia aumentata e conseguentemente la mia immaginazione stia solcando nuove dimensioni». 

Mafalda stessa ha scritto la sceneggiatura del proprio video, in cui passi di danza e gestualità sconnesse si alternano a comportamenti idealizzati, mettendo a nudo le nostre velleità più pure e autentiche. Un disturbo che molesta da dentro e che, come si vede dal video, è in grado di inseguirci. 

Infatti la protagonista – interpretata dall’amica di Mafalda, Gaia, in preda allo sconforto e all’indecisione – addirittura si gira per vedere se ci sia qualcuno che la segue. Quel qualcuno si rivelerà la sua stessa voce interiore, che cerca di comunicare e di farsi ascoltare. Un’immagine che dice tanto, ma che al contempo vuole lasciare a intendere. 

Parrebbe proprio che M.me Blavatsky, autrice e studiosa dell’occulto, condividesse una qualità con Mafalda, ossia quella del trasporto sia fisico che spirituale verso una luce diversa. Si tratta di due persone con un’empatia e una sensibilità fuori dall’ordinario. 

Mafalda e M.me Blavatsky, conoscendo l’esistenza di queste connessioni ultraterrene, hanno intrapreso un vero e proprio progetto per esplorare il labirinto incompreso della coscienza umana. Sebbene il futuro di Mafalda sia ancora da scrivere, un augurio rimane: che ogni nota che la cantante avrà modo di registrare conservi la stessa spregiudicatezza che ha dimostrato fino ad oggi.

Oggi, il 5 aprile, Mafalda suonerà nello storico locale milanese Biko, in occasione di OrigiMi, una serata organizzata dal progetto Cambio Palco. Quest’ultimo vuole mettere in luce le qualità di un gruppo di artisti emergenti – rispetto ai quali Mafalda è stata il collante – che hanno creato una serie di appuntamenti dedicati al cantautorato indipendente. All’apice di tutto questo emerge l’assemblaggio di un collettivo di artisti cantautori, che porteranno con loro la promessa simbolica di voler creare uno spazio reale e autentico dove ciascuno si possa (ri)trovare.