«La frammentazione dell’economia globale in blocchi rivali rischia di provocare una nuova Guerra Fredda». A dirlo è Kristalina Georgieva, amministratore delegato del Fondo monetario internazionale, che si definisce preoccupata da quel che sta accadendo all’economia mondiale, travolta da eventi dannosi concatenati: la pandemia da Covid, la guerra in Ucraina, i problemi delle catene di approvvigionamento di molti beni fondamentali per il commercio. «Tutto questo ha provocato una frammentazione potenzialmente molto pericolosa».
È possibile, secondo Georgieva, che parte i problemi attuali siano stati acuiti dal gruppo del G7, i principali Paesi industrializzati, che stanno riorganizzando le loro filiere di produzione provando a ridurre la dipendenza dalla Cina, considerato un partner non affidabile (soprattutto per motivi politici e di valori), costruendo catene di approvvigionamento alternative: il gruppo – composto da Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Germania, Francia, Italia e Canada – ha dichiarato in un comunicato pubblicato dopo una riunione dei ministri delle Finanze a Washington che sta esplorando la possibilità di sviluppare una partnership «reciprocamente vantaggiosa» con Paesi a basso e medio reddito.
La frammentazione di commerciale, avvisa Georgieva, comporta rischi altissimi. «Purtroppo dobbiamo riconoscere che non possiamo dare la pace per scontata. L’invasione della Russia non è solo una tragedia per il popolo ucraino, lo è per tutta la comunità globale globale, con l spesa per gli armamenti difensivi che è aumentata in molti Paesi. Dobbiamo chiederci se possiamo davvero migliorare la sicurezza del nostro commercio e delle nostre economie senza spingere il mondo verso una nuova Guerra Fredda: io penso ancora che sia possibile».
I problemi economici sono anche quelli dettati da un’inflazione che resta ostinatamente alta da diverse settimane, anzi mesi. Per l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale l’economia globale tutto sommato si è dimostrata resistente agli shock globali negli ultimi tre anni, ma è evidente che debba ancora superare questa fase di crescita debole.
«L’inflazione», dice Georgieva, «è diventata sempre più un problema dopo le recenti difficoltà del settore bancario: dobbiamo imparare a salvaguardare la stabilità finanziaria dei nostri sistemi. La chiave è monitorare i rischi che potrebbero nascondersi nell’ombra, sia per quanto riguarda le banche e sia per quanto riguarda gli istituti finanziari non bancari, e lo stesso vale per settori come gli immobili commerciali. Vigilare è un imperativo».
Georgieva ha fatto sapere che le stime del Fondo monetario internazionale prevedono un rallentamento nella crescita economica globale, introno al 2,8 per cento per quest’anno, rimanendo debole intorno al tre per cento nei prossimi cinque anni.