«Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio»
Erano le 8 di mattina del 26 marzo 1927 quando Aymo Maggi, Franco Mazzotti, Giovanni Canestrini e Renzo Castagneto hanno scritto un pezzo di storia italiana, coronando un sogno alimentato da quella passione per i motori così radicata nel DNA del territorio bresciano e dei suoi abitanti. Dopo aver ospitato il primo Gran Premio d’Italia nel 1921 sul Circuito della Fascia d’Oro (anche noto come Circuito di Montichiari o Circuito di Brescia), la Leonessa d’Italia non si arrende al trasferimento della gara all’Autodromo di Monza, avvenuto l’anno successivo: la costituzione dell’Automobile Club di Brescia nell’autunno del 1926 getta dunque l’assist per la nascita della «corsa più bella del mondo», come la definì Enzo Ferrari.
Brescia, anima della competizione, è il luogo di partenza e arrivo di una gara di velocità che fa tappa a Roma attraversando Nord e Centro Italia lungo un percorso di circa 1600 chilometri, equivalenti a mille miglia imperiali.