Il cambiamento climatico sta ridisegnando la mappa del vino, alterando i ritmi delle stagioni, intensificando fenomeni estremi come siccità e alluvioni. Un nuovo “tempo” che mette a dura prova vigne e viticoltori, costretti a correre proprio contro il tempo per adattarsi a queste nuove sfide, ma che non scoraggia i giovani produttori, che hanno ben in mente la strada da seguire: se vogliamo che ogni bottiglia continui a raccontare una storia di persone e territorio, di sfide affrontate e superate, la via è segnata da consapevolezza, coraggio e responsabilità.
È il tempo della consapevolezza
Perché ogni passaggio nella produzione ha un impatto significativo sull’ambiente e sulla qualità finale del vino. Per i vignaioli significa riflettere sull’intero processo di vinificazione, dalla piantagione delle viti alla vendemmia, dalla fermentazione all’imbottigliamento.
Una variabilità enorme, quella che esiste nel modo di lavorare il vino, che troppo spesso al consumatore non arriva nemmeno.
E in chi produce, tutto ciò richiede una gestione attenta e razionale: essere consapevoli che anche i processi più consolidati possono essere riorganizzati e ottimizzati. Perché quando si perdono decine e decine di piante si capisce che è una questione di vita o di morte. Non bisogna aver paura di dirlo. Il tempo meteorologico ci insegna dunque che il cambiamento climatico sta alterando i cicli naturali, causando eventi estremi sempre più frequenti, come siccità e inondazioni. Mentre la misura del tempo mette i produttori di fronte a scelte da prendere immediatamente per ottenere risultati a medio-lungo termine. Perché, i vignaioli concordano, sul breve si può solo tamponare.
La sopravvivenza di molti vigneti è a rischio e i produttori sono costretti a cercare soluzioni innovative per preservare la qualità del loro vino. Ma prima di tutto la qualità del suolo, in pericolo per la perdita di sostanza organica. L’irrigazione è una pratica da gestire con grande cautela e consapevolezza, così come i micro invasi, considerando sempre che il territorio italiano è talmente sfaccettato da non adattarsi a soluzioni univoche dal Trentino alla Sicilia. Così come è determinante combattere l’abbandono delle colline e delle montagne.
È il tempo del coraggio
Perché se la consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento, il coraggio è il carburante che porta a destinazione. Le realtà produttive medio-piccole si trovano di fronte a decisioni cruciali che potrebbero determinare il loro futuro. E i giovani che guidano queste aziende o che lavorano tra le vigne e la cantina non possono permettersi di aspettare i tempi lunghi dei Consorzi per i cambi di disciplinare, né possono contare fin da subito sulle grandi aziende produttrici per guidare il cambiamento nel settore. Devono agire ora, con determinazione e coraggio, per fronteggiare le emergenze e garantire la loro sopravvivenza.
Il punto di partenza mette d’accordo tutti: la qualità del prodotto che si imbottiglia e si porta a tavola. Coraggio, in questo contesto, significa fare scelte audaci e innovative, sperimentare nuove tecniche di vinificazione e adottare varietà di uve più resistenti alla siccità. Anche a costo di parlare meno di vitigni autoctoni e più di vino. Significa, in sostanza, avere la visione e la determinazione per portare avanti un cambiamento giorno dopo giorno. In attesa che l’intero settore imbocchi la strada giusta.
Ma coraggio non vuol dire solo fare scelte audaci. Nella visione dei produttori italiani è anche avere la forza di rimanere fedeli ai propri valori. A quella cultura storica e scientifica che ci ha portato fin qui e che sicuramente non va messa da parte. Deve essere considerata, anzi, il mattone su cui costruire la casa del futuro. Un’identità che rende riconoscibili anche in un’epoca di grandi cambiamenti. Questo tipo di impegno è quindi ciò che distinguerà sempre di più le aziende vinicole. Una promessa di tempo di qualità per l’ambiente e per il consumatore.
È, infine, il tempo della responsabilità
Perché è il filo conduttore che unisce consapevolezza e coraggio. È la lente attraverso la quale possiamo vedere come le azioni di oggi influenzeranno il futuro del settore vinicolo e del nostro pianeta.
La responsabilità si manifesta in molteplici forme. Per i produttori di vino sta nell’adottare processi sostenibili per affrontare le sfide della siccità e del cambiamento climatico. Per i consumatori, implica invece informarsi attentamente sul vino che stanno bevendo e sull’azienda che lo produce, per essere sempre più consapevoli delle grandi conseguenze che hanno le scelte fatte in fase d’acquisto. Senza dimenticare che la responsabilità è un concetto che si estende oltre la vigna e il bicchiere di vino e include anche chi serve il prodotto al tavolo di un ristorante o di un’enoteca. È necessario, dunque, un grande impegno formativo che coinvolga tutta la filiera, dall’inizio alla fine.
Soprattutto, la responsabilità è un impegno nel tempo. Una questione intergenerazionale che chiede a produttori, viticoltori ed enologi di alimentare un settore sano e sostenibile e ai consumatori di fare scelte intelligenti. Un principio guida e un’opportunità per garantire un futuro a tutto il settore.
Il vino, così legato al territorio e alle sue variazioni, è e sarà sempre un testimone silenzioso ma eloquente di questi cambiamenti. Del tempo, in ogni sua accezione.
Certo è che i giovani vignaioli rispecchiano l’essenza della vite, che davanti alle difficoltà sa resistere e reagire.