Anche sugar freeLa rinascita della Limonina di Portofino

Oltre il concetto di bibita, il progetto ligure che riscopre e valorizza il borgo proponendo un nuovo modo di bere (analcolico)

@Niasca Portofino

Un territorio così preso d’assalto dal turista straniero tanto da venire spesso travisato in storia, geografia e cultura. Santa Margherita, Paraggi, Portofino e il comprensorio del Parco circostante sono, in realtà, luoghi carichi di bellezza, desiderosi di potersi raccontare di più e meglio non solo attraverso il cuore del paese ma anche attraverso il patrimonio locale culturale, gastronomico e naturalistico. Niasca Portofino è un progetto che nasce esattamente da questa condizione, quasi come espressione di un’urgenza di amore e riconoscimento verso questi luoghi. Con l’intento di recuperare le tradizioni locali e porre fine allo stato di abbandono delle campagne, riqualificare spazi disabitati e ridare lavoro a un numero indefinito di persone rendendo così Portofino (e i dintorni) una destinazione cercata più mesi l’anno.
Il nome è preso in prestito da una delle spiagge più suggestive della Liguria, Niasca appunto, incastonata in un tratto di costa prossima a Portofino, e racchiude al suo interno una produzione oculata e minuziosa di bibite di sola frutta italiana in succo e in infuso. Questa zona ospita storicamente la varietà locale chiamata Limonina, con poco albedo e una polpa densa di succo. Il terreno è ricco di argilla, roccia ferrosa, marna blu e conferisce al frutto una nota decisa, quasi sapida e minerale sul finale. Oltre a succo, infuso e polpa vengono usati zucchero di canna e stevia. Per il loro confezionamento è previsto solo vetro, con lo speciale tappo rotondo e apertura a strappo, così da riuscire a standardizzare il gusto ed essere sostenibili allo stesso tempo.

Facendo caso al territorio però scopriamo che oltre al limone ci sono anche altre due produzioni sensibilmente importanti. Affiancano la Limonata del Tigullio Chinotto e Mandarinata, il primo per giunta premiato con il primo posto nella classifica dei Chinotti italiani dalla guida del Gambero Rosso 2022, realizzato con l’agrume infuso, una piccola percentuale di caramello e dell’estratto di geranio per lavorare sulla dolcezza e bilanciare l’amaricante intrinseco del frutto. I mandarini della Mandarinata Niasca invece sono raccolti e messi in infusione alcolica con la buccia. A questa base si aggiunge dell’infuso di iris, che va a completare il gusto con un kick amaro sul finale.
Territorio, ricerca, studio di sapore e freschezza degli ingredienti: questi i tasselli con cui Niasca si sta facendo strada nel mondo delle bibite analcoliche, facendo conoscere lentamente ma con coerenza un nuovo modo di bere. Biologico, naturale, italiano, citrico e da qualche stagione ormai anche in versione senza zucchero. E quando si parla di sugar free non significa che lo zucchero è stato sostituito da qualche surrogato ma che per davvero, le versioni “amare” sono realizzate unicamente con puro succo e acqua naturale del frutto, ricca di sali minerali e un sapore naturalmente esplosivo.

@Niasca Portofino

La scelta del senza zucchero è vera e radicale, può non conquistare il palato al primo sorso ma in un secondo momento non viene più abbandonata. Ed è quello che è successo a Luca Gargano quando ha scoperto la Limonata No Sugar. Il presidente e patron della Velier Spa, leader italiano di importazione di distillati, vini, liquori, ha scelto di inglobare questa linea subito, senza esitazione. Grazie al suo istinto da esploratore e visionario di nuove tendenze e consumi, in continuità con il movimento delle Triple A da lui fondato, in linea con la selezione di prodotti di super nicchia, micro produzioni e di una qualità sempre più “eccezionale”, Niasca costituisce oggi un tassello importante e non sostituibile.