Little troublesLa minaccia spuntata della New IRA

Il gruppo terroristico dell’ Irlanda del Nord nata sulle ceneri della Irish Republican Army, manca del sostegno politico e della legittimazione che aveva il suo predecessore, rendendola più isolata nella lotta armata

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La polizia di Belfast ha condotto una serie di blitz che hanno portato all’arresto di alcuni membri della New IRA, l’autoproclamatasi erede dell’Irish Republican Army. Capi locali, simpatizzanti e vertici dell’organizzazione sono stati presi in custodia dalle forze dell’ordine dopo che alcune cellule terroristiche legate alla sigla nordirlandese hanno tentato di acquistare una partita di armi dalle milizie palestinesi in Medio Oriente. Convergenze che trasformano la notizia in un revival degli anni Settanta, ma nel 2023 la tragedia lascia spazio al ridicolo e il pericolo della lotta armata passa inevitabilmente sottotraccia di fronte ad argomenti più caldi.

 Tuttavia, quello della New IRA è un caso che vale la pena approfondire per più di un motivo. Lo scorso aprile, Joe Biden ha visitato Dublino e Belfast per celebrare i venticinque anni dall’accordo del Venerdì Santo. Il primo viaggio in Irlanda del presidente statunitense è stato accompagnato dal rapporto del MI5 che ha segnalato l’aumento del livello di minaccia terroristica nel territorio del Regno Unito. Una coincidenza tutt’altro che casuale perché l’accordo del 1998 rappresenta la fine formale del conflitto nordirlandese, passato alla storia come il periodo dei Troubles, con la conferma del cessate il fuoco da parte della Provisional IRA e il rifiuto della guerriglia come strumento politico messo nero su bianco dai principali partiti nazionalisti e lealisti. 

Da allora i sostenitori della riunificazione irlandese si sono schierati in gran parte con il Sinn Féin, un tempo costola dell’IRA e oggi raggruppamento nazionalista di centrosinistra, ma negli ultimi decenni sono comparse a macchia di leopardo frange dissidenti che rifiutano la via democratica. Una di queste è la New IRA. 

La New IRA nasce nel 2012 con la fusione delle principali organizzazioni paramilitari repubblicane – prima tra tutte la Real IRA attiva dal 1997 – con l’obiettivo di combattere “l’occupazione britannica” e riunire l’Irlanda attraverso la lotta armata, rifiutando il presunto tradimento del ’98 in favore di un atteggiamento rivoluzionario. I proclami retorici dei miliziani della New IRA si traducono in azioni criminali di bassa lega: nell’ultimo decennio, il gruppo terroristico ha preso di mira il Police Service of Northern Ireland, tessendo alleanze con la criminalità locale per individuare e assassinare singoli agenti di polizia, spesso diffondendone i dati sensibili per incoraggiare i più esaltati a compiere agguati. L’escalation è arrivata tra l’aprile del 2019 e il marzo 2020 con più di quaranta omicidi e venti attacchi bomba. 

È così che la New IRA passa dall’essere considerata poco più di una gang locale a un fenomeno di interesse internazionale e l’allarme che ha accompagnato il viaggio irlandese di Biden ha spinto anche gli Stati Uniti a trattare con più attenzione il problema. Per comprendere l’entità del problema bisogna inevitabilmente fare un confronto con l’IRA attiva nel trentennio ’68-’98.

La Provisional IRA che ha guidato la guerriglia anti-inglese godeva, come la sigla storica di inizio Novecento, del supporto politico della quasi totalità dei repubblicani nordirlandesi: lo scontro armato con i paramilitari lealisti dell’Ulster Defence Association e la conseguente militarizzazione della zona da parte del Regno Unito hanno contribuito alla legittimazione dell’IRA per una consistente fascia della popolazione civile (determinante, da questo punto di vista, la forte polarizzazione tra la comunità cattolica e quella protestante). Per questi motivi, l’IRA ha goduto, durante il suo periodo di massima attività, degli appoggi di Paesi stranieri – in particolare la Libia di Gheddafi – interessati a finanziare un movimento di guerriglia che destabilizzasse il Regno Unito in chiave anti-occidentale. 

La New IRA ha tentato di replicare l’esempio dei suoi predecessori in maniera amatoriale e grottesca sia nella ricerca dei collegamenti internazionali, tentando di associarsi ai fondamentalisti mediorientali, che sul piano della legittimità politica sviluppando un rapporto ambiguo con il micropartito di sinistra Saoradh che secondo l’opinione pubblica non sarebbe altro che la facciata legale della New IRA, tesi rafforzata da episodi inequivocabili come le manifestazioni propagandistiche organizzate dagli estremisti repubblicani dopo l’omicidio della giornalista Lyra McKee, uccisa dai miliziani nazionalisti nel 2019. A questi fattori strutturali si unisce la diversa narrazione che separa la vecchia IRA da quella nuova: la figura di Bobby Sands, gli scioperi della fame dei prigionieri dei Blocchi H e le ballate anti-inglesi tramandate dai tempi della guerra d’indipendenza hanno contribuito a una lettura romantica dell’IRA, cementificandone il mito nonostante i fatti di sangue. Mito che la New IRA, percepita unicamente come gang di esaltati ammazza poliziotti, non è capace di rivendicare. Altri tempi. 

La lotta armata era accettata e sostenuta in un contesto totalmente diverso da quello attuale e i miliziani della New Ira ne sono perfettamente consapevoli, ma per quanto questa serie di elementi possa sembrare rassicurante – una potenza di fuoco estremamente ridotta così come la carica sovversiva dei terroristi – l’assenza di un progetto politico a lungo termine unita alla più totale disorganizzazione dei terroristi ne aumenta la pericolosità. 

La New IRA è composta da schegge impazzite forti solo della loro radicalizzazione, senza le sparatorie e gli attentati non esisterebbero e il bisogno vitale di alzare il livello dello scontro può solo spingerli ad azioni più feroci. Nonostante un armamentario limitato (ordigni artigianali e armi da fuoco rubate), negli ultimi cinque anni la New IRA ha preso di mira gli uffici postali delle città di Glasgow e Londra, allargando il suo raggio d’azione in maniera minacciosa. Tuttavia, solo ora il pericolo inizia a essere preso sul serio mentre l’opinione pubblica dibatte su come affrontarlo: meglio preoccuparsene o ignorarli? La cosa certa è che i Troubles sono lontani e non torneranno. Ma i fanatici restano.

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