Distanze ridotteCome la tokenizzazione sta rimodellando il panorama dell’industria musicale

Il futuro della musica non è impermeabile all’evoluzione del mercato finanziario: i token, come conferma il recente esempio del marketplace OG Music, spingono gli ascoltatori anche a un coinvolgimento economico e non più solo emotivo

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La tokenizzazione è il processo di conversione di beni del mondo reale (beni fisici, strumenti finanziari o proprietà intellettuali) in token digitali, che ne rappresentino la proprietà, i diritti di accesso o qualsiasi altro attributo. Questi strumenti stanno aprendo dei punti d’accesso ai nuovi mercati d’investimento, che si fanno sempre più efficienti, accessibili e liquidi e che permettono di ridurre le distanze tra artista e ascoltatore.

Ne è un esempio OG Music, un marketplace per i diritti musicali che offre la possibilità di coinvolgere i fan nella carriera dei loro artisti preferiti. Gli asset tokenizzati riducono notevolmente la filiera musicale, snellendo la sezione burocratica e abbattendo i costi operativi. Grazie a questo processo si promuove così una proprietà frazionata: persone con disponibilità economiche diverse possono accedere a questi beni, pur non avendo un ingente capitale da investire.

In questo modo gli ascoltatori e le ascoltatrici possono interagire con la musica in modi nuovi e significativi, stabilendo un contatto diretto con i propri artisti del cuore. L’obiettivo della piattaforma “OG Music” è proprio questo: premiare quelle persone che sin dall’inizio hanno voluto supportare la carriera di un artista emergente, aiutandolo a crescere. “OG” è la sigla con cui venivano indicati gli Original Gangster. Il termine affonda le sue radici nella cultura hip-hop e si riferiva ai membri fondatori di un gruppo o di un movimento nel contesto della musica rap.

Gli Original Gangster erano anche coloro che, trovandosi all’interno di un’organizzazione, ne mantenevano i valori primitivi, difendendone i capisaldi. Nel corso degli anni questa espressione è cambiata e il suo significato ha assunto sfumature diverse. Oggi si utilizza per riferirsi a qualcosa di autentico, un prodotto denotato da un’alta qualità di contenuto e declinato nei contesti più vari e non esclusivamente legato all’ambito della musica hip-hop.

La piattaforma OG collega artiste, artisti e istituzioni con investitrici e investitori interessati all’acquisto di una quota del futuro reddito generato dalle proprietà intellettuali musicali. Questo permette ai cantanti di monetizzare sulla loro musica anticipatamente, vendendo all’acquirente una quota dei diritti e parte dei guadagni futuri derivanti dalle royalty e dai diritti musicali. Il contratto viene stipulato nel momento in cui si raggiunge una determinata somma d’investimento, successivamente l’artista riceve il denaro investito, mentre la percentuale della proprietà dei diritti viene trasferita agli utenti che hanno deciso di supportarlo.

La tradizionale fonte di guadagno di artiste e artisti, infatti, deriva dai diritti musicali, ossia quelle attribuzioni legali ed economiche concesse a esecutori e detentori di diritti in relazione alla creazione, all’uso e alla distribuzione della musica. Questi diritti garantiscono che le persone e gli enti coinvolti nell’industria musicale vengano compensate per i loro contributi creativi, assicurando che le loro opere vengano utilizzate in modo appropriato. A questi si affiancano anche le royalty: dei pagamenti a beneficio di creatori musicali e detentori di diritti che vengono erogati nel momento in cui viene utilizzata la loro musica. In altre parole, si tratta di una compensazione economica per la concessione dell’utilizzo della loro produzione in diversi contesti.

Le tipologie di diritti musicali e di royalty sono varie e cambiano in base all’utilizzo che viene fatto della musica. Ne sono un esempio le performance royalties, che si accumulano nel momento in cui un brano viene eseguito pubblicamente o trasmesso in radio; o le mechanical royalties, generate dalla riproduzione o dalla copia di composizioni musicali; ma anche le royalties di sincronizzazione, che riguardano i casi in cui la musica viene sincronizzata con media televisivi, come spot pubblicitari, videogiochi o film. I diritti master, invece, riguardano la proprietà sulla versione registrata di una canzone, la cosiddetta “registrazione master”. I titolari di questo tipo di diritti hanno l’autorità di riprodurre, distribuire, eseguire e concedere in licenza questa registrazione.

La vita di chi cerca di fare della propria passione un lavoro non è di certo la più rosea, soprattutto in ambito musicale. Le piattaforme streaming di diffusione di musica, infatti, si basano sul concetto “ascolta e guadagna”, per il quale i titolari dei diritti ottengono ricavi in base al numero di riproduzioni. Più un brano viene ascoltato, più guadagni genera. In questo ambito, piattaforme come OG Music mettono in atto un’azione di micromarketing: quando i fan investono in un particolare artista o brano, la loro tendenza è anche quella di contribuire attivamente ad aumentarne la visibilità, utilizzando il più banale passaparola, ma anche pubblicizzando sui social e condividendo contenuti. Gli investitori divengono quindi sostenitori attivi di quella produzione musicale anche ­­– e soprattutto – per un interesse finanziario, diventando un tassello fondamentale del percorso dell’artista.

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