L’Isis ha rivendicato sulla sua piattaforma Telegram la responsabilità di due esplosioni che il 3 gennaio hanno causato la morte di almeno ottantantatré persone e ne hanno ferite almeno duecentottantaquattro durante una cerimonia commemorativa a Kerman, in Iran, a circa ottocentoventi km a sud-est della capitale Teheran. Le esplosioni sono avvenute vicino al cimitero in cui è seppellito il generale Qassem Suleimani, per molto tempo uno dei più potenti militari iraniani e a capo della forza Quds iraniana, ucciso dagli Stati Uniti in un attacco coi droni compiuto esattamente quattro anni fa a Baghdad, in Iraq.
Secondo Irna News, la prima esplosione è avvenuta a settecento metri dal luogo di sepoltura di Suleimani e la seconda a un chilometro di distanza. «Le esplosioni sono avvenute sulle strade che portano a Golzar Shahada, il Giardino dei Martiri, cimitero di Kerman. Il corpo di Suleimani è sepolto nel cimitero insieme a quello di milleventiquattro combattenti della resistenza, e il sito è diventato un luogo di pellegrinaggio per i sostenitori del cosiddetto “asse della resistenza” contro gli Stati Uniti e l’Occidente», si legge sul quotidiano britannico.
A loud sound was heard outside #Kerman’s Martyrs Cemetery for a second time this afternoon. pic.twitter.com/xxNTYrgQQ6
— IRNA News Agency (@IrnaEnglish) January 3, 2024