In un discorso televisivo a Beirut, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha promesso che la sua milizia sciita appoggiata dall’Iran «non può tacere» dopo l’uccisione di Saleh al-Arouri, numero due di Hamas. Lo ha definito «un grave crimine pericoloso», e ovviamente il destinatario del suo messaggio era Israele, l’avvertimento andava verso lo Stato ebraico. Infatti poi ha aggiunto che le sue forze armate sono pronte a combattere strenuamente «se Israele sceglie di estendere la guerra da Gaza al Libano». Va ricordato, però, che non è ancora chiaro chi abbia ucciso Arouri: Israele non ha mai confermato né negato di averlo assassinato.
L’avvertimento di Nasrallah sembra il preludio a una nuova escalation. Nel suo messaggio ha detto: «Non ci sarà nessun tetto e nessuna regola nella lotta di Hezbollah se Israele lanciasse una guerra totale contro il Libano. Chi pensa a una guerra con noi, in poche parole, se ne pentirà. Se la guerra viene lanciata contro il Libano, allora gli interessi nazionali del Libano richiedono che combattiamo questa guerra fino alla fine».
Hezbollah è una milizia alleata di Hamas, è stata coinvolta in scambi quasi quotidiani di bombardamenti con Israele attraverso il confine meridionale del Libano da quando è iniziata la guerra di Gaza. E, come riporta Reuters, più di centoventi combattenti Hezbollah e quasi trenta civili sono stati uccisi in territorio libanese, così come almeno nove soldati israeliani in Israele. «Hezbollah e Israele hanno combattuto per l’ultima volta una grande guerra nel 2006 e si è conclusa essenzialmente con una situazione di stallo. Gli analisti affermano che da allora Hezbollah è diventata una forza combattente ancora più forte, con migliaia di razzi, missili e altre armi pesanti», scrive l’agenzia internazionale.