InadeguatoPerché il patto Ue sull’immigrazione è giuridicamente discutibile

Secondo il Centres for European Policy Network (CEP) il nuovo accordo per la gestione delle richieste di asilo dei migranti è irrealistico e finanziariamente non sostenibile

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Il recente Patto UE sull’immigrazione e asilo darà un contributo decisivo alla soluzione della sfida dell’immigrazione? Il Centres for European Policy Network (CEP) si è posto questo problema ed ha concluso, in una propria approfondita pubblicazione, che esso vada valutato fondamentalmente irrealistico e finanziariamente non sostenibile, analogamente ad altre soluzioni recentemente avviate in maniera indipendente da alcuni governi.

Le proposte avanzate finora hanno essenzialmente portato a un limbo giuridico basato su “non-accordi” e trasferimenti dei richiedenti asilo oltre i confini dell’UE, nonché pagamenti di ingenti somme di denaro a favore di Paesi con bassi standard democratici, in cui i diritti umani fondamentali sono sospesi in cambio del salvataggio potenziale di più vite dei migranti. Il nuovo sistema UE non apporterà quindi particolari novità positive se non vi sarà anche un vero sforzo per delineare un quadro giuridicamente certo e praticabile per un migliore controllo dei flussi migratori, indipendente dagli specifici interessi nazionali. I cittadini europei continueranno invece a chiedere giustamente una strategia globale efficace sulla gestione dei flussi migratori. E in caso contrario, si rischia di alimentare ancora di più la delusione e di rafforzare ulteriormente i partiti più populisti.

«La gestione dei flussi migratori verso l’Europa rimane un problema complesso. Progetti come gli accordi tra Regno Unito e Ruanda o tra Italia e Albania, come pure alcune parti del Patto Europeo sull’Asilo, rischiano di essere inefficaci, costosi e irrealizzabili per ragioni sia giuridiche che pratiche», avverte Andrea De Petris, esperto di migrazione della sede CEP di Roma. Poiché questi accordi comportano solitamente il pagamento di ingenti somme di denaro a favore di Paesi che provvedano anche alla “detenzione” dei migranti, De Petris ritiene che il sostegno economico a loro destinato potrebbe anche comportare a un deterioramento delle condizioni democratiche generali, in particolare quando questi Paesi sono guidati da governi populisti o autoritari.

Il ricercatore del CEP propone piuttosto di costituire un gruppo di esperti europei incaricato di delineare un quadro giuridicamente certo e praticabile per un migliore controllo dei flussi migratori, indipendente da specifici interessi nazionali. Secondo De Petris, le proposte avanzate finora hanno invece portato a un limbo giuridico basato su “non-accordi” e trasferimenti dei richiedenti asilo oltre i confini dell’UE, in cui i diritti umani fondamentali sono sospesi in cambio del salvataggio potenziale di più vite dei migranti. «Sono diritti che però l’Europa non deve assolutamente rinnegare, se vuole rimanere fedele ai suoi principi fondamentali», sottolinea l’esperto del CEP.

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