Le persone dapprima ammassate si disperdono nella fuga e nei video dei droni sembrano formiche. Ma quelle immagini in bianco e nero sono reali e raccontano il caos e i morti a nord di Gaza. Un evento tragico sulla cui dinamica non è stata fatta ancora chiarezza.
Siamo sulla strada costiera all’estremità sud occidentale di Gaza City. Un convoglio umanitario si sta dirigendo verso il centro della città. In quest’area però le consegne di aiuti alimentari non arrivano da un mese perché le Nazioni Unite hanno sospeso i rifornimenti per ragioni di sicurezza. Ecco quindi che centinaia di palestinesi iniziano a correre incontro ai camion. Poi li assaltano, cercano di bloccarli e prendono pacchi di farina e cibo in scatola. I militari israeliani di scorta al convoglio di aiuti, secondo i portavoce israeliani sparano colpi di avvertimento. Nella calca della fuga c’è chi rimane schiacciato dalla folla. Dopo l’allontanamento, però i palestinesi sono tornati ai camion e i militari ammettono che a questo punto hanno rivolto le armi contro le persone e fatto fuoco perché «si sono sentiti in pericolo dato che erano circondati».
Il bollettino dei morti arriva dal ministero della Sanità del governo di Hamas che parla, al momento, di oltre centodieci civili rimasti uccisi.
I punti ancora oscuri non mancano: non è facile stabilire quanti siano stati uccisi dai militari e quanti nella calca della fuga. Secondo la direzione dell’ospedale locale, la maggior parte dei feriti (760) evidenziano i chiari segni di armi da fuoco. C’è però anche un testimone palestinese che ha rilasciato un dettagliato racconto alla BBC nel quale sostiene che la maggior parte dei morti sono stati investiti dai camion. Altre fonti palestinesi hanno dichiarato che durante l’episodio è stata utilizzata l’artiglieria, ma ma le Forze armate israeliane hanno smentito categoricamente. I contorni della tragedia sono difficili da delineare anche per l’estrema confusione del momento. Si è saputo che i soccorsi sono stati difficoiltosi a causa della carenza di ambulanze, al punto che alcuni feriti sono stati trasportati in ospedale su carri trainati dagli asini.
Sotto accusa, da oggi, la carenza di visione strategica del governo di Benjamin Netanyahu al quale nella notte sono arrivate richieste di chiarimenti da molte diplomazie. La Turchia ha parlato di un nuovo crimine contro l’umanità. In modo risoluto gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di chiarire al più presto le responsabilità dell’accaduto. E così hanno fatto anche le Nazioni Unite attraverso le dichiarazioni del proprio segretario António Guterres.
I dioplomatici americani avevano già messo in guardia i governi internazionali sulla criticità dell’area e il paragone utilizzato per descrivere la situazione ha risvegliato i peggiori incubi dei soldati americani: Gaza sta diventando come Mogadiscio.