La notizia della candidatura di Ilaria Salis nelle liste dell’Alleanza Verdi e Sinistra alle prossime elezioni europee, annunciata ieri sera dopo molte smentite, potrebbe essere una buona notizia per lei, che può sperare così, se eletta, di uscire dalle carceri ungheresi, come tutti le auguriamo. Ed è anche un’ottima notizia per Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che anche grazie al valore simbolico della sua vicenda possono sperare di superare la soglia del 4 per cento.
Di sicuro, comunque vada a finire, è però una pessima notizia per Elly Schlein, che prima ha lasciato circolare per settimane sui giornali la sua intenzione di candidarla, aprendo una polemica interna nel Partito democratico e facendosi persino pubblicamente rimproverare da Roberto Salis («Non si gioca sulla pelle di mia figlia reclusa da tredici mesi»), e adesso se la ritrova schierata nella lista concorrente. Difficile immaginare un modo peggiore di gestire la vicenda, che suona davvero come un gigantesco contrappasso per la segretaria eletta dalle primarie contro i vecchi professionisti della politica. A riprova che di tanto in tanto, anche in politica, un po’ di professionalità non guasterebbe.
L’esito della grande manovra del Pd per allargare i propri consensi a sinistra non è comunque l’unico aspetto surreale della vicenda, ricostruita oggi sul Foglio da Simone Canettieri, che aveva anticipato la notizia e ora può togliersi qualche soddisfazione: «La trattativa durava da due settimane in gran segreto e fino alle 13 di ieri, con un certo sprezzo del ridicolo, Bonelli ha smentito questa eventualità in tv». Merita tuttavia una citazione anche la smentita del leader di Sinistra italiana, a poche ore dall’annuncio della candidatura: «Leggo sul Foglio di un “Piano Fratoianni” per la candidatura di Salis nelle liste di Avs. Non esiste nessun “piano Fratoianni”. Eviterei che su una persona nelle condizioni in cui si trova Salis si scatenasse un surreale dibattito mediatico che non l’aiuta certamente. Avs annuncia le sue candidature in modo trasparente senza bisogno di costruire improbabili piani segreti».
In ogni caso, il piano niente affatto segreto di Avs, con l’arruolamento dell’insegnante che il Pd avrebbe voluto candidare, e prima ancora con la scelta del sindaco che il Pd avrebbe voluto dimenticare (Ignazio Marino), sembra avere un obiettivo chiaro nel mirino. Lo stesso dell’altro grande alleato-rivale dei democratici, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che nel frattempo continua a martellare il Pd sulla «questione morale» e la «nuova Tangentopoli». Può darsi che alla fine i risultati delle europee diano ragione a Schlein, ma al momento la sua strategia unitaria non sembra raccogliere grandi frutti. Al massimo qualche sardina.
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