Fragili confiniTruppe russe verso Kharkhiv, ma stremate e senza mezzi

Le forze di Mosca hanno recuperato 278 chilometri di terra ucraina. Ma ora, secondo l’Intelligence di Washington l’avanzata è destinata a subire uno stop, perché i conti sul campo non tornano più

Il bilancio dell’avanzata russa sul territorio ucraino nell’ultima settimana è di 278 chilometri conquistati, un record in confronto con le altre singole offensive lanciate da dicembre 2022 stando ai dati dell’Istituto americano per lo studio della guerra (ISW). Ma il prosieguo della marcia nella regione di Kharkhiv, secondo l’Intelligence di Washington è destinato a subire uno stop, perché i conti sul campo non tornano più: la Russia non ha forze sufficienti sul terreno per compiere ulteriori passi avanti in Ucraina. A parlare è il comandante supremo della NATO per l’Europa, il generale Christopher Cavoli. «Non hanno le competenze e la capacità di realizzare questo obiettivo» ha detto il generale, precisando di essere in contatto diretto con i vertici militari ucraini e che è fiducioso sul mantenimento delle posizioni da parte delle truppe di Zelensky. Ma nelle war room di Kyjiv, la priorità al momento è riuscire a stabilizzare la linea del fronte presso Kharkiv. Cavoli ha poi sottolineato che alle forze ucraine «sono state spedite munizioni in abbondanza, efficaci sistemi di difesa aerea a corto raggio e una nuova flotta di veicoli blindati».

Tuttavia sulla piega che sta prendendo la guerra gli osservatori non sono tutti pienamente concordi. Anzi in molti stanno elaborando scenari non troppo rosei neppure per la difesa ucraina. I rapidi progressi dei giorni scorsi da parte della Russia farebbero pensare a un ridimensionamento della capacità di reazione dell’Esercito.  Ma non sarebbe soltanto questione di demotivazione e scarsità di mezzi, il problema di Kyjiv è piuttosto la posizione da difendere dato che la principale linea di difesa è al confine, dove i russi possono colpire con artiglieria e bombe intelligenti. Al momento gli ucraini non hanno armi disponibili in grado di gestire gli attacchi. Mancano infatti all’appello i razzi Himars per rispondere ai lanci russi e il motivo è da ricercare nelle restrizioni e nei tentennamenti statunitensi dell’ultimo periodo sui pacchetti di aiuti militari.

Le forze russe grazie a questa debolezza di Kyjiv hanno potuto ammassarsi oltre il confine, in uno spazio relativamente sicuro, per poi mobilitarsi in una zona grigia, seminascosta e poco popolata del Paese.

La tensione è stata comunque molto alta durante tutta la settimana, con l’Ucraina che ha accusato i russi di aver catturato e ucciso molti civili nella città di confine di Vovchansk e di aver tenuto una quarantina di persone come scudi umani. Secondo le informazioni diffuse nei giorni scorsi, infatti, l’esercito moscovita, avrebbe vietato l’evacuazione dei residenti. Lo ha ripetuto e confermato ieri il ministro degli Interni Igor Klymenko. «Hanno iniziato a trattenere le persone e a portarle negli scantinati sotto la minaccia delle armi» ha raccontato Sergiy Bolvinov, l’investigatore capo della polizia di Kharkiv: «I russi li tengono fermi in un posto ma in realtà la strategia messa in atto prevede di usarli come scudi umani,poiché il loro quartier generale è vicino alle zone residenziali della città».

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