Tutti i vincitoriAssegnati i Pulitzer, al New York Times il premio per il racconto dell’attacco del 7 ottobre

A ProPublica il riconoscimento prestigioso per il giornalismo per il bene pubblico, con un servizio sui rapporti tra un gruppo di miliardari statunitensi politicamente molto influenti e i giudici della Corte Suprema. Riconoscimenti anche a New Yorker, Reuters, Associated Press e Washington Post

I festeggiamenti nella redazione di Associated Press (AP Photo/Peter Morgan) associated Press / LaPresse Only italy and Spain

New York Times, ProPublica, Washington Post, Reuters e Associated Press. Sono tra le testate premiate con i premi Pulitzer per il giornalismo 2024. Lo storico premio, creato nel 1917 in memoria del giornalista Joseph Pulitzer e curato oggi dalla Columbia University di New York, prevede quindici categorie, la maggior parte riguardanti il giornalismo, ma anche letteratura, musica e teatro.

Il premio più prestigioso, quello per il giornalismo per il bene pubblico, è andato a Joshua Kaplan, Justin Elliott, Brett Murphy, Alex Mierjeski e Kirsten Berg di ProPublica, per un servizio sui rapporti tra un gruppo di miliardari statunitensi politicamente molto influenti e i giudici della Corte Suprema.

Il New York Times ha ricevuto tre premi. Per la cronaca internazionale, il riconoscimento è andato alla copertura del quotidiano newyorchese dell’attacco di Hamas contro Israele dello scorso 7 ottobre, con il racconto dei fallimenti dell’intelligence israeliana nel prevenirlo e della risposta israeliana con i bombardamenti nella Striscia di Gaza. Per il giornalismo investigativo è stata premiata la giornalista Hannah Dreier per la sua inchiesta sullo sfruttamento del lavoro di minori migranti negli Stati Uniti. A Katie Engelhart, collaboratrice del New York Times, è andato invece il premio Feature Writing per il suo racconto delle difficoltà di una famiglia con una donna anziana affetta da demenza senile.

Per la categoria National Reporting, sono stati assegnati due premi. Al Washington Post per il lavoro sulla diffusione del fucile semiautomatico AR-15 negli Stati Uniti, e alla agenzia di stampa Reuters per le inchieste sugli affari di Elon Musk nel settore automobilistico e aerospaziale.

Il Washington Post ha ricevuto anche altri due premi. Nella categoria Commentary, con il collaboratore e attivista russo Vladimir Kara-Murza, per i suoi articoli scritti durante la prigionia. E nella categoria Editorial Writing con David E. Hoffman, per i suoi articoli sulle nuove tecnologie e sulle tattiche che i regimi autoritari usano per reprimere il dissenso.

La Reuters è stata premiata poi anche per la Breaking News Photography, per come ha documentato l’attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele e le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza.

Alla redazione di Lookout Santa Cruz è andato il premio Breaking News Reporting, per il racconto delle inondazioni nella contea di Santa Cruz, in California, a gennaio del 2023.

Sarah Stillman, del New Yorker, è stata premiata nella categoria Explanatory Reporting, per il suo lavoro sulle condanne per omicidio volontario nel sistema giudiziario statunitense e su come siano state mandate in carcere migliaia di persone afroamericane per omicidi non commessi.

La categoria Local Reporting è andata a Sarah Conway del City Bureau e Trina Reynolds-Tyler dell’Invisible Institute per il racconto su come la polizia di Chicago gestisce i casi di persone scomparse, con negligenze che hanno avuto un impatto maggiore sulle donne afroamericane.

Per i servizi fotografici, il Pulitzer è andato alla redazione di Associated Press, per come ha documentato l’arrivo di migranti dalla Colombia al confine meridionale degli Stati Uniti.

Premiato nell’Audio Reporting il podcast “You Didn’t See Nothin”, dell’Invisible Institute e di USG Audio, che racconta un crimine d’odio compiuto nel 1997 a Chicago.

Il premio per la critica è andato al critico cinematografico Justin Chang, del Los Angeles Times. Quello della categoria Illustrated Reporting and Commentary a Medar de la Cruz, collaboratore del New Yorker, per il suo racconto illustrato delle condizioni di vita nel carcere di Rikers Island, a New York.

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