Urne piene, tasche vuoteIl governo impone 35 miliardi di tasse per il Green deal, senza dirlo agli elettori

Da Bruxelles veniamo a sapere che Roma, senza dire niente per paura di contraccolpi elettorali, ha proposto un regime, accettato ieri dalla Commissione, per sostenere la produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili, che sarà pagato con prelievi nei prossimi anni sulle bollette della luce

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Che meraviglia, il governo Meloni imporrà 35,3 miliardi di tasse fino al 2028 per finanziare una parte del Green deal tramite un prelievo dalle bollette elettriche degli italiani (ad accorgersene è stato David Carretta, corrispondente di Radio Radicale da Bruxelles). Potrebbe darsi che i 35,3 miliardi saranno spalmati su un periodo di venti anni. Si vedrà. Il governo da parte sua ha poco o nulla da dire. Per ora si registra una posizione imbarazzata se non sconsolata del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uno che ha sempre più l’aria di passare lì per caso: «Su endotermico e transizione verde, aspettiamo di capire i pareri del nuovo Parlamento europeo e della Commissione dopo il voto di sabato e domenica». Certo è singolare che di tutto questo nessuno sappia nulla. Per di più a pochi giorni dal voto europeo. Si chiamano tecnicamente «oneri aggiuntivi», ma si capisce meglio se si dice: tasse. 

In sostanza la Commissione Ue ha accettato «il regime» proposto dal governo italiano per sostenere la produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili. Ecco cosa dice il comunicato diffuso ieri da Bruxelles: «Il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. 

Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili». Insomma, il governo Meloni, paradossalmente contrario al Green deal, dovrà a questo punto varare un decreto, chissà quando, per tradurre in norme la decisione sul prelievo ambientalista il cui costo – è facile immaginarlo – verrà imputato all’Europa «cattiva» e «verde»

Il punto politicamente rilevante è che tutta questa roba è stata fatta alla chetichella e certo non sarebbe dovuta uscire a quattro giorni dal voto. Protesta Italia viva: «Giorgia Meloni imporrà 35,3 miliardi di tasse per finanziare il Green deal, con aumenti nella bolletta elettrica – ha detto Raffaella Paita – questo è il Governo delle tasse e delle chiacchiere!». 

Anche il Pd ieri sera non credeva ai suoi occhi. Ha detto Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio: «Purtroppo, siccome questo Governo pensa di essere autosufficiente e completamente autonomo rispetto al Parlamento, una notizia potenzialmente positiva per il Paese si trasforma nell’ennesima stangata ai danni dei cittadini. Vogliamo capire di che cifre stiamo parlando e come il Governo intende attuare questa misura». Anche Carlo Calenda è critico.

Il punto non è sostenere la transizione energetica, il punto è che mentre il governo finge di mettere soldi sulla sanità sta per toglierli “dalle tasche dagli italiani” per finanziare opere magari importanti ma che si potrebbero realizzare senza pesare sui bilanci delle famiglie. E senza avvertire nessuno.

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