Retroscena e complottiCom’è nato il caso politico della presunta indagine su Arianna Meloni

Prima i retroscena sulle interferenze riguardo le nomine Rai e Trenitalia. Poi la prima pagina del Giornale su un «complotto ordito dall’asse politica-giornali di sinistra-procure» contro la sorella della premier. La presidente del Consiglio parla di un «disegno» per colpire lei attraverso la sorella. Renzi risponde: «L’idea che io promuova complotti insieme a magistrati e giornalisti è una barzelletta che non fa ridere». Ma sull’inchiesta, in realtà, non c’è alcuna conferma

(Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

«Abbiamo avuto segnali importanti che dopo Ferragosto sarebbe arrivato un avviso di garanzia ad Arianna Meloni. Arriverà? Non dipende da me». Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, risponde così al Corriere della Sera sulla storia pubblicata dal quotidiano riguardante la sorella della premier Giorgia Meloni. Il reato ipotizzato nei confronti di Arianna Meloni sarebbe traffico di influenze illecite per il suo attivismo nelle nomine governative e nelle aziende di Stato.

Il Giornale lo ha definito un «complotto ordito dall’asse politica-giornali di sinistra-procure» contro la sorella di Meloni. Nei retroscena dei giornali di oggi, la presidente del Consiglio parla di un «disegno» per colpire lei attraverso la sorella. E avverte che i suoi staranno attenti «a non cadere nella trappola» e nelle «manovre di palazzo» di chi «vuole creare le condizioni affinché la magistratura apra un’inchiesta». Dichiarazioni di solidarietà sono arrivate da parte degli alleati, mentre dalle opposizioni si chiedono chiarimenti.

Tutto era partito con altri retroscena giornalistici in cui si raccontava della presunta regia di Arianna Meloni alle riunioni per decidere nomine chiave in Rai e Trenitalia con «nomi di gradimento della sorella della premier». Italia viva avevano subito incalzato la maggioranza con due interrogazioni. E richieste di chiarimento erano arrivate da Maria Elena Boschi in Vigilanza Rai e da Raffaella Paita in Parlamento su Trenitalia.

I vertici di Fratelli d’Italia, dopo che Arianna Meloni ha smentito la sua presenza ai vertici sulle nomine, hanno da subito attaccato Renzi in maniera dura, definendolo «boss di provincia». «Non ci faremo intimidire e continueremo a chiedere conto in Parlamento di quanto accaduto», aveva detto la senatrice renziana Paita. «Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula e dirci: è vero o no che sua sorella è intervenuta nelle nomine? E se sì, a che titolo?».

 

In questo frangente, domenica 18 agosto è arrivata la pubblicazione sulla prima pagina del Giornale su indiscrezioni che riguardarebbero un’indagine per «traffico d’influenze» a carico di Arianna Meloni. «Vogliono indagare Arianna Meloni», è il titolo di prima pagina del quotidiano di domenica 18 agosto, seguito da un lungo retroscena in cui si ricostruisce tutta la vicenda, un attacco concentrico del «solito asse tra giornali, sinistre e Procure»,  con il «metodo descritto da Luca Palamara», che «ha fatto cadere più di un governo» e che «è in grado di cambiare il corso della democrazia».

«Perché proprio ora questa prima pagina? Perché abbiamo avuto segnali importanti che dopo Ferragosto sarebbe arrivato un’avviso di garanzia ad Arianna Meloni», risponde Sallusti al Corriere. «Se a questo punto arriverà? Non dipende certo da me, io ho fatto solo il mio mestiere di cronista».

Ieri è arrivata la dura reazione di Meloni. «Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo», ha detto all’Ansa. «Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto», ha specificato. Aggiungendo che «d’altronde, è uno schema visto e rivisto, soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica». Ma «hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci».

Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti sulla Stampa parla di poteri forti e di un disegno per sovvertire il voto. «Noi abbiamo notato un atteggiamento ossessivo e compulsivo e una serie di illazioni nei confronti di Arianna», spiega. E queste accuse, secondo lui, portano facilmente al reato di traffico di influenze. «Se questo tentativo qualcuno ce l’ha in testa, se lobbisti, affaristi, politici in liquidazione e qualche toga alla ricerca di notorietà si sono prefigurati questo disegno, possono rassegnarsi. Non solo non ci fanno paura ma non passeranno».

Che ci sia un’indagine aperta su Arianna Meloni, in realtà, non c’è alcuna conferma. Sarcastica la reazione di Renzi, che a Repubblica dice: «L’idea che io promuova complotti insieme a magistrati e giornalisti è una barzelletta che non fa ridere». E su Sallusti, che lo indica come mandante del complotto, risponde: «Gli ho chiesto di smentire perché altrimenti ci vediamo in tribunale. Tra l’altro evoca il metodo Palamara: nel suo libro con l’ex magistrato di Roma proprio Sallusti parla della mia persona come una vittima di quel sistema. Ora sostiene esattamente il contrario».

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