Nell’atlante occidentale di questo mezzo agosto spuntano fatti positivi. La Francia ha dunque vinto la sfida contro le minacce del terrorismo internazionale che alla vigilia delle Olimpiadi aveva suscitato grandi preoccupazioni. Non dimentichiamo che il giorno dell’inaugurazione c’erano stati tre attentati alla rete ferroviaria e si era temuto che il grande evento sportivo avrebbe potuto essere il target di azioni molto gravi. Lo Stato francese ha evitato questi pericoli dimostrando di esserci, malgrado non ci sia ancora un governo, e ha garantito la lunga e complessa manifestazione sportiva che è stata seguita, con tutti suoi difetti, da miliardi di persone. Benissimo.
Nel Regno Unito milioni di cittadini si sono riversati nelle strade per dire no alla incredibile ondata di xenofobia e di violenza dai tratti confusi e persino nichilisti che si era manifestata nei giorni successivi alla vittoria di Keir Starmer. Il premier laburista ha saputo colpire sul nascere le manifestazioni sfasciste sulla base delle leggi inglesi. Benissimo.
L’Ucraina ha sferrato una controffensiva in territorio russo con il pieno appoggio dell’Europa e degli Stati Uniti per indebolire la figura del dittatore del Cremlino, alleggerire la pressione sul Donbas e costruire una sua migliore posizione in eventuali trattative. Vladimir Putin malgrado insista nella sua ferocia a colpire la popolazione ucraina, questa maledetta guerra non la vincerà. Benissimo.
Purtroppo il governo italiano, per bocca del ministro della Difesa Guido Crosetto, ha assunto una posizione diversa da quella della Ue (malissimo): fuga in avanti di un ministro che parla troppo o antipasto di una giravolta in politica estera? È questo che Giorgia Meloni dovrebbe chiarire dal suo buen retiro pugliese con la famigliola. In generale il governo italiano non sta brillando, anzi, sta facendo poco (economia, società) o male (giustizia, carceri), mentre le opposizioni danno finalmente l’impressione di essere uscite dalla fase collettivo studentesco per entrare nella logica politica. Benissimo.
In Medio Oriente l’eliminazione del capo di Hamas, Haniyeh, secondo molti osservatori e, quel che più conta, per l’attuale amministrazione americana, potrebbe sbloccare la situazione e in qualche modo aprire una trattativa seria per la quale stanno lavorando paesi arabi che non ne possono più di Hamas costringendo un fallimentare Benjamin Netanyahu a sedersi a un tavolo di pace. Benissimo, se andrà così.
Dagli Stati Uniti, poi, arrivano le notizie migliori. Kamala Harris sta bloccando Donald Trump, fino a un mese fa certo vincitore delle elezioni presidenziali americane. La rinuncia di Joe Biden è stato un gran gesto di responsabilità nazionale che corona la lunghissima carriera di questo statista, e l’unità del partito democratico dietro Harris si è rivelata sorprendente e persino commovente. L’imminente Convention di Chicago avrebbe potuto essere un funerale e invece sarà un momento eccezionale di protagonismo dei Democratici. Adesso alcuni sondaggi danno Kamala davanti al tycoon nei cosiddetti swing states, quelli che danno la vittoria finale. Benissimo.
Dunque, la Grande Reazione che va da Mosca a Mar-a-lago, da Budapest a Manila, da Pechino a Roma sta suscitando la Grande Resistenza del variegato mondo democratico. La strada resta lunga e scoscesa ma c’è un po’ più di luce. Benissimo.