Ponte culturaleLa Biennale dello Stretto è pronta a riconnettere le tre rive del Mediterraneo

Come spiega l’architetto Alfonso Femia, ideatore e co-direttore dell’evento in programma dal 18 settembre al 14 dicembre, la seconda edizione della Biennale dello Stretto «ripenserà le città assumendo l’acqua come elemento urbano strategico». Talk, mostre e installazioni luminose animeranno Campo Calabro, Reggio Calabria e Messina, puntando sulla forza dell’interdisciplinarità

ph Stefano Anzini

La cultura unisce più di un ponte, e la Biennale dello Stretto ne è l’ennesima conferma. Giunta alla sua seconda edizione, la mostra internazionale d’arte, architettura, antropologia, paesaggio, scrittura, video e fotografia vivrà la sua settimana inaugurale dal 18 al 22 settembre, continuando ad animare Campo Calabro, Reggio Calabria e Messina fino al 14 dicembre. L’obiettivo è lo stesso del 2022: costruire una «narrazione organica» al territorio mediterraneo che si proietti verso il futuro. 

Per farlo, proporrà una sinergia tra discipline apparentemente inconciliabili, con un occhio di riguardo per l’architettura, definita «il motore culturale» dell’evento diretto da Mariangela Cama, Alfonso Femia e Francesca Moraci e fondato da 500×100. Saranno due i temi cardine dell’edizione di quest’anno: “Le tre linee d’acqua” (già affrontato due anni fa) e “Le città del futuro”, focalizzato sullo spazio pubblico, la mobilità urbana e l’abitare. 

«Ripensare le città, assumendo l’acqua come elemento urbano strategico, è il campo di indagine che guida la seconda edizione della Biennale dello Stretto. Cinque atti alla base di una ponderata meditazione per il futuro urbano: ogni atto, definito così, come preludio all’azione, determina tecnicamente ambiti di appartenenza progettuale e insieme abbraccia una riflessione profonda sui modelli e sulle visioni compatibili a tutte le transizioni del nostro tempo. La Biennale sarà un laboratorio stimolante in cui confluiranno progetti e pensieri a raggio allargato», spiega l’architetto Alfonso Femia, ideatore e co-direttore dell’evento. 

Alfonso Femia (ph Stefano Anzini)

I curatori, diciannove in totale, rispondono ai nomi di Arianna Azzellino, Luisa Bravo, Stefano Capolongo, Giulio De Carli, Gaetano Di Gesu, Alessandra Ferrari, Luciano Galimberti, Marirosa Iannelli, Annalisa Metta, Mauro Francesco Minervino, Luca Molinari, Giovanni Multari, Rosaria Ester Musumeci, Orizzontale, Federico Parolotto, Angela Pellicanò, Gaia Sgaramella, Francesco Scullica e Giuseppe Smorto.

Tra talk, mostre, installazioni e contest per gli under 35 (il tema è “Abitare in un altro mo(n)do. Nomadismo e via vai” ed è rivolto non solo agli studiosi di Architettura, ma anche di Antropologia contemporanea), la Biennale dello Stretto realizzerà vere e proprie connessioni tra le tre rive del mediterraneo (africana, medio-orientale ed europea), spingendosi verso dimensioni geografiche più lontane anche grazie al cinema, alla fotografia e all’antropologia. Come spiega Francesca Moraci, una delle direttrici, «la Biennale dello Stretto è un collegamento potente, in cui l’interdisciplinarietà è il cuore che contribuisce alla conoscenza, alla sperimentazione e alla crescita».

Lo splendido scenario del Forte Batteria Siacci, a Campo Calabro, sarà il polo espositivo permanente della Biennale dello Stretto. Si tratta di una fortificazione umbertina scavata sul fianco di una collina, e quindi invisibile al mare. Oltre alle mostre, molti dei dibattiti si svolgeranno all’interno di questa location inedita, contraddistinta da centinaia di metri di gallerie sotterranee e circondata da un imponente fossato.

ph Stefano Anzini

«Lo Stretto sta a cavallo tra Calabria e Sicilia, soprattutto tra Europa e Africa ed è paradigmatico, pur alla piccola scala che lo disegna geograficamente e dimensionalmente, non solo rispetto ad altri luoghi del Mediterraneo, ma del mondo intero. La seconda edizione della Biennale dello Stretto riattribuisce un baricentro ideale al “Sud”, in un’accezione ampia che ristabilisce l’ordine tra oggettiva decadenza e progressivo riscatto e rinascita. Per questo è una grande opportunità ed è straordinario che questa occasione di conoscenza e crescita possa innescarsi  dal territorio dello Stretto», sottolinea Mariangela Cama.

I talk si terranno a Reggio Calabria, a Messina e a Campo Calabro, più precisamente al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, all’università di Messina e al già citato Forte Batteria Siacci, in tre sessioni dal 18 al 22 settembre, il 18 e 19 ottobre e il 13 e il 14 dicembre, con la presenza dei direttori e dei curatori e con gli ordini professionali di Reggio Calabria e di Messina e i soggetti coinvolti. 

ph. Stefano Anzini

Nella settimana inaugurale verrà allestito l’evento artistico Linee e ponti di luce, una proiezione temporanea di raggi rettilinei luminosi. Di fatto, una «linea concettuale istantanea» collegherà Villa San Giovanni a Messina, nella speranza di stimolare una riflessione sul rapporto tra unione e separazione, tra vicino e lontano. Sempre con un focus sulla cultura mediterranea. La notevole lunghezza del raggio e la combinazione dei proiettori luminosi la rendono a tutti gli effetti un’installazione sperimentale, mai vista prima. 

La Biennale dello Stretto 2024 è un progetto culturale promosso e sostenuto da 500x100sb, OAPPC Reggio Calabria, OAPPC Messina; condiviso e sostenuto da ANCE Reggio Calabria, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi di Messina, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Città Metropolitana di Messina, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Comune di Campo Calabro, Comune di Villa San Giovanni, Gal Terre Locridee, Gal Area Grecanica, Gal Batir; in collaborazione con Ente Parco Aspromonte, Fondazione Horcynus Orca, ANCE Messina, ADI nazionale e delegazioni Calabria e Sicilia, INBAR, Associazione Nike.

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