Musk selvaggioLa cena atlantica di Meloni e la super Pontida sovranista di Salvini

La presidente del Consiglio si barcamena in America cercando di non alienarsi l’establishment statunitense, mentre il leader leghista invita Orbán e Wilders per provare ad affermarsi come leader del sovranismo europeo

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Matteo Salvini è raggiante per gli ospiti eccezionali che parteciperanno all’evento politico di Pontida. Giorgia Meloni è soddisfatta per avere ricevuto il Global Citizen Arward 2024 dalle mani di Elon Musk, il «genio prezioso», il quale considera la presidente del Consiglio «addirittura più bella dentro che fuori».

Il leader leghista vede nel sacro pratone lombardo la sua rinascita, nella disperata ricerca di mettersi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica grazie al rimbalzo mediatico del processo Open Arms. Oscura il generalissimo Vannacci dopo il flop dell’adunata di Viterbo. Prepara per il 6 ottobre l’apoteosi del suo sovranismo e quello dei Patrioti che lo hanno messo sul piedistallo dell’eroe per la presunta difesa dei confini italo-europei. A Pontida ci saranno Viktor Orbán e il leader dell’ultradestra olandese Geert Wilders. Salvini aspetta con ansia la ciliegina sulla torta, il messaggio di Donald Trump. 

Sarebbe il coronamento del ruolo di cui sta cercando di impossessarsi: essere il capofila europeo, a braccetto con il premier magiaro, del trumpismo anti-ucraino e anti-europeo. Scommettendo sulla vittoria elettorale di Donald. Lo fa apertamente, sbattendosene del ruolo istituzionale di vicepremier, sorpassando a destra Meloni. 

Lei invece fa i salti mortali per tenersi in equilibrio tra i rapporti storici ed economici con gli Stati Uniti (più sette miliardi di export da quando alla Casa Bianca c’è Biden) e il suo sentimento politico. Un acrobatico equilibrio al punto di non esprimere una preferenza tra Kamala Harris e Trump. Allo stesso tempo però ricorda di far parte della galassia conservatrice in cui orbitano a pieno titolo i Repubblicani. 

La presidente del Consiglio cerca di camuffarsi come può, mentre Salvini si prende la scena aperta senza remore istituzionali. Meloni momenti sembra gareggiare a chi è più a destra, poi frena perché dovrà fare i conti con chiunque entrerà nello Studio Ovale. E avendo fatto l’inciucio con i Socialisti europei, deve stare in campana a non sembrare la serpe in seno al servizio dei miliardari, quello politico (Trump) e il vero miliardario (Musk). 

Il genio dello spazio propala false notizie attraverso X, apre le porte ai primatisti bianchi, alle teorie cospirative, anche antisemite. Il genio prezioso si scaglia contro la cultura woke perché suo figlio è transessuale, si chiede perché nessuno attenta alla vita di Biden e di quella Harris. Traveste Kamala, attraverso l’intelligenza artificiale, da guardia rossa maoista. Attenzione, ha avvertito Meloni dal pulpito dell’Onu, all’uso che l’uomo può fare dell’intelligenza artificiale, come sta facendo Elon con il deepfake.

Massimo Gaggi su 7 del Corriere della sera scrive che Musk (duecento milioni di follower) «è un attore di tipo nuovo che i sistemi politici democratici non hanno mai sperimentato. E che può scardinarli. Basta dare un’occhiata alle cronache degli ultimi giorni: Musk dichiara “inevitabile” una guerra civile in Europa a causa dell’immigrazione clandestina, soffia sul fuoco delle ribellioni in Gran Bretagna, attacca il nuovo premier laburista Keir Starmer. Poi attraversa la Manica per difendere il capo di Telegram, Pavel Durov, arrestato e incriminato a Parigi: per lui non è corresponsabile dei misfatti commessi dai criminali ai quali lascia libero accesso sulla sua piattaforma, ma vittima del regime liberticida della Francia».

L’elenco pessimo di Musk è lungo e disarmante. Ecco, questo è il principale sostenitore di Trump che ieri ha premiato la presidente del Consiglio italiana ed è conteso da Matteo e Giorgia. Poi, siccome lei è una persona furba e accorta, speriamo che quando ha definito Musk un genio prezioso abbia calcolato bene l’aggettivo prezioso, cioè il tesoro dei miliardi da investire in Italia con Tesla, SpaceX e X. Questo sarebbe utile. Altrimenti aprirebbe le porte dell’Italia a un soggetto politico pericoloso e di nuovo conio digitale. Di Elon rimarrebbe a Giorgia un pugno di mosche trumpiane.

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