In Ucraina, martedì sera, si sono dimessi diversi importanti ministri e membri del governo in poche ore. I primi sono stati il ministro per l’Ambiente Ruslan Strilets, il ministro per le Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin e il ministro della Giustizia Denys Maliuska. Poi anche la vice prima ministra per l’Integrazione europea ed euroatlantica dell’Ucraina Olha Stefanishyna e la vice prima ministra per la reintegrazione dei territori occupati ucraini Iryna Vereshchuk hanno lasciato il loro incarico.
Nelle prossime ore, scrive il Financial Times, si prevedono altre dimissioni o licenziamenti, con nuove nomine in arrivo. Si è dimesso anche il ministro degli Esteri, Dymtro Kuleba, con una lettera alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, che però è stata rigettata dall’assemblea. Al suo posto potrebbe arrivare Andry Sybiha, attuale vice capo dell’ufficio della presidenza. In merito, Zelensky ha detto che «certi ambiti della nostra politica estera e interna avranno un’enfasi leggermente diversa». Mentre il primo ministro Denys Shmyhal, di cui si sta parlando in queste ore, dovrebbe mantenere il suo posto.
Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha detto che un cambiamento tra i ministri del Paese rientra in uno sforzo per «dare nuovo vigore» alle istituzioni ucraine. E oggi dovrebbe annunciare un rimpasto di governo, con la sostituzione di almeno metà esecutivo.
Nel suo articolo sul Financial Times, Christopher Miller lo definisce un «reboot» e «il più grande scossone al governo di Kyjiv dall’inizio della guerra». Dall’inizio del 2024 già altri cinque ministri si erano dimessi, sostituiti da ministri ad interim. E da quando è iniziata l’invasione su vasta scala della Russia, il 24 febbraio 2022, ci sono stati molti cambiamenti tra i membri del governo, tra cui la sostituzione del ministro della Difesa, del comandante in capo delle forze armate e dei responsabili dei servizi segreti esteri e interni e dell’ufficio per la sicurezza nazionale.
Citando alcune fonti tra i funzionari dell’esecutivo dimissionari, Miller scrive che alcuni dei ministri che hanno presentato le dimissioni probabilmente resteranno nel governo ma assumeranno nuovi ruoli o vedranno ampliate le loro funzioni. Ad esempio, il ministro per le Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin, responsabile della produzione di armi nel Paese, potrebbe rimanere nel settore della Difesa ma con un altro ruolo
Questo enorme giro di dimissioni arrivano al termine di una delle giornate più dure sul fronte bellico. A Poltava, in una regione centrale dell’Ucraina, missili e droni russi hanno colpito diverse volte uccidendo cinquantuno persone e ferendone più di duecento. Gli attacchi del Cremlino si stanno intensificando di fronte alle incertezze e ai temporeggiamenti dei governi europei, incapaci di fornire a Kyjiv armi e equipaggiamenti necessari. L’Ucraina quindi cerca di respingere l’offensiva crescente di Mosca come può e, allo stesso tempo, deve anche consolidare le sue posizioni all’interno del territorio russo dopo l’avanzata nella regione di Kursk, in cui le sue truppe hanno preso circa mille chilometri quadrati di territorio.