Maia Sandu è stata rieletta presidente della Moldova ottenendo il 55,1 per cento dei voti contro il suo sfidante Alexandr Stoianoglo, ex procuratore generale appoggiato dal Partito Socialista filo-russo, che ha ottenuto il 44,9 per cento dei consensi. Il ballottaggio è stato visto come una scelta tra due visioni del futuro moldavo. Sandu, ex economista della Banca Mondiale, ha costruito la sua campagna su un piano chiaramente filo-europeo, definendo l’adesione all’UE come una sorta di Piano Marshall per la rinascita economica del paese. Dall’altra parte, Stoianoglo ha cercato di posizionarsi come candidato apolitico, promettendo una Moldova equilibrata tra Oriente e Occidente, una visione sostenuta da molte aree rurali e dalla popolazione russofona del sud. Questa elezione segue il referendum costituzionale dello scorso mese, in cui i moldavi hanno approvato con un margine strettissimo (50,35 per cento) l’impegno a perseguire l’ingresso nell’Unione Europea.
La partecipazione elettorale è stata del cinquantaquattro per cento, un dato elevato per la Moldova. Stoianoglo ha prevalso nelle aree rurali e nelle regioni del sud, mentre Sandu ha dominato nella capitale Chișinău, tra i giovani e soprattutto tra i moldavi residenti all’estero. Secondo le autorità moldave, l’influenza russa ha giocato un ruolo importante con episodi di compravendita di voti organizzati dal latitante oligarca Ilan Shor, sostenitore di Stoianoglo e residente in Russia. Shor avrebbe stanziato circa trentanove milioni di dollari per influenzare l’esito elettorale, offrendo incentivi economici agli elettori. Inoltre la commissione elettorale moldava ha ricevuto segnalazioni di trasporti illegali di elettori da Russia, Bielorussia, Azerbaigian e Turchia.
Nel suo discorso di vittoria, Sandu ha sottolineato l’importanza dell’unità. Riferendosi ai suoi concittadini ha detto di aver assistito a «una lezione di democrazia degna di essere scritta nei libri di storia. Ho sentito la voce di tutti voi, sia di chi mi ha sostenuto, sia di chi ha scelto Stoianoglo. Nel nostro cammino verso un futuro dignitoso, nessuno ha perso». Nei prossimi mesi, la presidente dovrà realizzare le riforme promesse, soprattutto quelle contro la corruzione per poter consolidare un possibile ingresso nell’Unione europea.