Appello democraticoSenza la Bielorussia e l’Ucraina libere non ci sarà una pace duratura in Europa, dice Svetlana Tikhanovskaya

Nella terza giornata de Linkiesta Festival, la leader dell’opposizione bielorussa in esilio spiega che se non sarà sconfitto il regime di Lukashenko, Minsk continuerà a fungere da piattaforma per le minacce russe, inclusi il ricatto nucleare, l’orchestrazione di migrazioni illegali e altre forme di destabilizzazione nel continente europeo

LaPresse

Pubblichiamo il discorso integrale di Sviatlana Tsikhanouskaya pronunciato durante la terza giornata de Linkiesta Festival. 

Cari amici, invio i miei più calorosi saluti a tutti i partecipanti de Linkiesta Festival e, naturalmente, le mie congratulazioni agli organizzatori. Sebbene non possa essere con voi di persona, sono con voi con il cuore e con lo spirito.Grazie per non dimenticarvi della Bielorussia. È impossibile ignorarla quando si parla di sicurezza europea. 

La Bielorussia di Lukashenko è diventata uno strumento delle ambizioni di Putin, una pedina utilizzata per ricattare l’Europa. Insieme, queste due dittature minacciano l’intero continente con armi nucleari, migrazioni illegali orchestrate e violenza. È proprio dalla Bielorussia che Putin ha lanciato il suo attacco contro l’Ucraina nel 2022. E se la nostra rivoluzione avesse avuto successo nel 2020, la guerra su vasta scala probabilmente non sarebbe mai iniziata. 

La Bielorussia dimostra quanto siano intrecciate democrazia e sicurezza. Se un governo non si prende cura del proprio popolo, non si prenderà cura nemmeno dei suoi vicini, perché la tirannia è come un cancro: se non viene estirpata completamente, cresce e si diffonde.

La Russia non sta combattendo solo per territori o per restaurare un impero; sta combattendo contro la democrazia. La democrazia rappresenta una minaccia esistenziale per dittatori come Putin o Lukashenko. È per questo che Putin ha aiutato Lukashenko a reprimere la nostra pacifica rivoluzione. È per questo che hanno attaccato l’Ucraina: hanno attaccato il diritto delle persone di scegliere il proprio futuro. E questo diritto è un incubo per tutti i dittatori. 

Dobbiamo sempre ricordare che i dittatori non si fermano finché non siamo noi a fermarli. Non possono essere placati, non possono essere rieducati. Possono solo essere combattuti. Oggi, il popolo bielorusso e quello ucraino stanno facendo grandi sacrifici in questa lotta.

La lotta degli ucraini non è autoreferenziale: è una lotta comune per la libertà. Mentre parlo, migliaia di volontari bielorussi stanno difendendo l’indipendenza dell’Ucraina. Decine di loro hanno già dato la vita, perché comprendiamo che i destini dei nostri paesi sono intrecciati. Senza la vittoria dell’Ucraina, non ci sarà una Bielorussia libera, e viceversa: senza una Bielorussia libera, non ci sarà una pace duratura in Europa. 

I dittatori spesso sottovalutano il potere delle persone comuni. È successo in Bielorussia, quando milioni si sono sollevati contro il regime nel 2020, e nel 2022, quando Putin e Lukashenko speravano di conquistare Kyjiv in tre giorni. A volte, le persone comuni si comportano in modo più maturo dei politici.

È stato il coraggio degli ucraini comuni a fermare il secondo esercito più potente al mondo. Non giochi diplomatici, telefonate o parole di condanna. Ed è alle persone che dobbiamo pensare sempre per prime quando prendiamo decisioni politiche e disegniamo strategie. Non dobbiamo guardare a ciò che vogliono i dittatori, ma a ciò che vogliono le persone. Il popolo della Bielorussia e dell’Ucraina desiderano chiaramente un futuro europeo, democratico e pacifico, e il nostro obiettivo deve essere aiutarli a raggiungerlo.

Per noi bielorussi, l’Unione Europea è più di un’alleanza economica. È una roccaforte di valori: libertà, democrazia e diritti umani. Per noi, l’Unione Europea è l’unica alternativa praticabile al mondo russo. E mentre i dittatori cercano di isolarci dall’Europa, l’Europa deve rimanere aperta alle persone. Dobbiamo distinguere tra oppressori e oppressi. Dobbiamo distinguere le persone dal regime. 

Da un lato, dobbiamo isolare e punire i dittatori. Dall’altro, sostenere le persone che lottano per la loro libertà. E queste persone, il nostro popolo, hanno bisogno di visione e fiducia per sapere che non sono sole in questa lotta. Quando sei in una piccola cella in una prigione del Kgb o in una trincea fredda in Ucraina, il sostegno esterno è qualcosa che ti dà l’energia per continuare a combattere.

Mentre i dittatori si uniscono e imparano gli uni dagli altri, anche noi dobbiamo restare uniti. Governi, società civile, attivisti e persino aziende tecnologiche devono lavorare insieme per rafforzare la democrazia e resistere alla tirannia. Non dobbiamo permettere che i dittatori sfruttino le organizzazioni e i meccanismi internazionali che sono stati progettati per servire le persone, ma che ora vengono utilizzati contro di esse. I dittatori sembrano invincibili, finché improvvisamente crollano. 

L’Italia, un tempo sotto tirannia, si è rialzata diventando un pilastro della democrazia in Europa. Gli italiani conoscono il dolore della lotta per la libertà. La resistenza italiana contro il fascismo è costata migliaia di vite eroiche. E sapete anche che la tirannia crolla sempre alla fine. Credo fermamente che anche il mio paese, la Bielorussia, possa diventare una storia di successo. Contrariamente alla Russia, i bielorussi non hanno ambizioni imperiali, non sostengono la guerra e hanno un profondo desiderio di libertà e di un futuro europeo. 

Siamo i vostri vicini, i vostri amici e i vostri alleati. Insieme, costruiamo un’Europa libera dalla tirannia, libera dalla guerra e libera dall’oppressione. Viva la Bielorussia! Viva l’Europa!

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