Versanti diversi Come si definisce un territorio in bottiglia

Tre grandi cru danno vita a tre vini diversi, identitarie interpretazioni del Sangiovese. Perché Montalcino è una, ma non tutti i terreni solo uguali, e i vini di conseguenza

Val di Suga
Val di Suga

Montalcino è un luogo mitico, che riporta immediatamente a grandi vini rossi, non appena viene evocato. Ma non tutto il territorio di Montalcino è uguale, e cogliendo le differenze si possono fare belle scoperte. È il lavoro che ha portato avanti negli anni la cantina Val di Suga, che con i suoi Brunello di Montalcino, provenienti da tre esposizioni, con realtà geologiche e terreni che restituiscono vini che rappresentano interpretazioni dissimili di Sangiovese, sono la testimonianza diretta del valore identitario e differenziante di questi territori, i tre grandi cru Val di Suga: Vigna del Lago a nord-est sul tipico suolo argilloso, Poggio al Granchio a sud-est su Galestro e Vigna Spuntali a sud-ovest su terreni sabbiosi originatisi dalla disgregazione della “Pietraforte”.

La storia di Val di Suga inizia nel 1969 con l’acquisto di terreni agricoli situati a nord di Montalcino e lo sviluppo di un’infrastruttura produttiva e commerciale. Questi terreni, inizialmente dedicati alla coltivazione di foraggio, vengono gradualmente trasformati in vigneti. Nel 1982, la cantina compie un passo decisivo iniziando la produzione di vino dotandosi di una propria struttura di vinificazione. L’arrivo del Gruppo Angelini (1994) ha poi contribuito a far entrare Val di Suga in una dimensione nuova, grazie anche all’appassionata guida dell’enologo Pietro Riccobono che raccoglie il testimone da importanti predecessori e continua il percorso iniziato di differenziazione, e in cantina ognuna delle tre vigne ha una propria area dedicata per l’affinamento, perché come spesso succede nei territori vocati alla viticoltura, ogni microzona ha caratteristiche pedoclimatiche ben definite ed anche molto differenti fra loro che vanno quindi interpretate e gestite in maniere a volte diametralmente opposte.

«La nostra volontà è quella di valorizzare i singoli terreni e le peculiarità territoriali delle varie zone» spiega Riccobono che continua «Val di Suga, ha visto negli ultimi anni significativi investimenti sia in cantina che nei vigneti, con l’obiettivo di potenziare le caratteristiche uniche dei diversi terroir. Questo approccio viene sicuramente supportato da un vitigno eclettico come il Sangiovese, che si adatta in modo straordinario ai diversi tipi di suolo, mettendone in luce sia i pregi che le eventuali imperfezioni, e rendendo così ogni espressione del vino profondamente legata al territorio di origine».

Val di Suga ha l’ambizione di non esasperare la tecnica viticola ed enologica, cercando di interpretare l’annata in maniera fedele, legandola ai vari areali delle differenti zone di Montalcino. In questo caso presenta le due nuove annate di Brunello di Montalcino Cru Vigna del Lago DOCG 2020 e Brunello di Montalcino Cru Poggio al Granchio DOCG 2020 insieme al Brunello di Montalcino Cru Vigna Spuntali DOCG, 2019. E se la 2020 è un esempio di grande maturità e capacità di interpretazione di un’annata piuttosto complicata per la siccità estiva e i picchi di calore, il Brunello di Montalcino Vigna Spuntali si presenta invece voluminoso ma elegante, caratterizzato da un tannino ben presente ma levigato, ancora giovane ma molto promettente.

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