Gravità permanenteRenzi vuole creare un nuovo partito di centro (ma non lo guiderà lui)

In una intervista a La Stampa, l’ex presidente del Consiglio ha annunciato di voler creare un soggetto politico cattolico, liberale e riformista per «non regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale»

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In una intervista a La Stampa, Matteo Renzi ha annunciato l’intenzione di contribuire a creare un nuovo partito di centro per rendere più riformista la coalizione di centrosinistra con Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, precisando però che non sarà lui a guidare questo nuovo movimento: «Un partito di centro serve. E sarà decisivo. Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto al Pd di Schlein, le elezioni non si vincono. Ho l’ambizione di costruirlo, non di guidarlo. E non voglio regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale».

Secondo il leader di Italia Viva esiste una strada per questa nuova formazione politica: «Lo spazio c’è e va coperto. La destra della Meloni e molto diversa dalla destra di Berlusconi: è una coalizione giustizialista che rifiuta la cultura liberale» e che è inutile decidere a priori chi guiderà la coalizione di centrosinistra. A scegliere saranno gli elettori. Il campo largo sarà guidato da  «chi ha più voti. Vedo in atto i soliti i giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein: la storia del federatore, il Papa straniero. Per me la coalizione la guida chi ha più voti. E il centro lo guida chi ha più idee».

Renzi ha affrontato il tema delle alleanze, indicando che il Movimento 5 Stelle è diviso tra chi vuole costruire un centrosinistra e chi preferisce restare isolato. «Dentro il M5s c’è un’anima che desidera costruire seriamente il centrosinistra, ma anche un’anima che non vuole. È iniziato il secondo tempo della partita e ora Conte dovrà scegliere».

L’ex presidente del Consiglio ha poi criticato duramente la gestione delle istituzioni da parte della maggioranza, accusando il presidente del Senato Ignazio La Russa di non garantire l’agibilità democratica all’opposizione. Secondo Renzi, l’attuale governo agisce con un «uso proprietario delle istituzioni», penalizzando i partiti che non si allineano alla linea di Fratelli d’Italia. «L’obbligo del presidente del Senato è quello di consentire il dibattito e tutelare i diritti delle opposizioni. Invece, La Russa interrompe gli interventi dei senatori, attaccando chi dissente».

Il leader di Italia Viva ha respinto le accuse di aver contribuito all’elezione di La Russa, sottolineando che i voti del suo partito non sarebbero stati decisivi. «La Russa è stato eletto con trenta voti provenienti dall’opposizione. Noi ne avevamo cinque. Anche se avessimo votato per lui, i numeri non tornano».

Renzi ha criticato anche la norma proposta dal governo contro i senatori che ricevono finanziamenti dall’estero. «Non ho problemi a votare una legge che vieta di prendere soldi da Stati stranieri, ma una norma scritta di notte per colpire un singolo senatore non è degna di un Paese civile». Secondo il leader di Italia viva, queste misure sono una ritorsione diretta nei suoi confronti, a causa delle sue critiche sulle nomine all’interno dell’Ales, l’ente culturale che gestisce i servizi nei musei italiani. «Hanno nominato un amico di partito senza alcuna esperienza. Invece di preoccuparsi dell’evasione fiscale, colpiscono chi paga regolarmente le tasse».

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