Trentino notturnoScoprire Santa Massenza nella Notte degli Alambicchi Accesi

Come nasce e in cosa consiste l’evento che unisce teatro e distillazione, rievocando la “cotta di ventiquattr’ore”

Brindisi in occasione de La Notte degli Alambicchi Accesi
Brindisi in occasione de La Notte degli Alambicchi Accesi (credits Gardatrentino.it)

Immaginate una notte d’inverno in una vallata trentina. Il freddo che gela il naso e amplifica il rumore dei passi tra le vie, sullo sfondo di un borbottio indistinto, mescolato al sobbollire delle caldaie. Sbuffi di vapore. Dietro le finestre appannate, alla luce calda, si distilla. E si va avanti tutta la notte, perché le vinacce sono arrivate e non si può sprecare neanche un minuto, finché non finiscono, al ritmo del sole che sale e che scende.

È una storia di generazioni questa, a Santa Massenza, piccolo borgo della Valle dei Laghi in provincia di Trento, dove ogni anno il rituale di quella distillazione notturna, la cosiddetta “cotta di ventiquattr’ore”, viene rievocato attraverso un evento che porta i visitatori a spasso tra le distillerie, accompagnati da attori che recitando li guidano attraverso la magia della grappa. È La Notte degli Alambicchi Accesi, quest’anno in programma dal 6 all’8 dicembre e organizzata dall’Associazione culturale “Santa Massenza Piccola Nizza de Trent”, con il supporto di Garda Trentino e Istituto Tutela Grappa del Trentino e la collaborazione della Strada del Vino e dei Sapori regionale.

Santa Massenza e la storia della cotta di ventiquattr’ore
Cinque distillerie per circa centocinquanta abitanti, fanno una ogni trenta persone. Difficile trovare in Italia un altro luogo come questo. «Santa Massenza viene chiamata “Piccola Nizza de Trent” perché così la chiamò un cronista ancora prima della seconda guerra mondiale» racconta Paola Aldrighetti, presidente dell’omonima associazione, che organizza l’evento. «All’epoca Nizza era una località turistica già molto rinomata e lui definì così Santa Massenza perché c’era il lago e gli abitanti di Trento amavano venire qui a pescare e a mangiare nelle trattorie, era un luogo turistico».

Le distillerie c’erano già allora e dopo la guerra la produzione artigianale di grappa rimase viva, pur convivendo con un’altra realtà che si sviluppò proprio in quegli anni. «C’era bisogno di elettricità e Santa Massenza era stata individuata come località ideale per costruire una centrale idroelettrica» spiega Aldrighetti. «C’erano tredici distillerie funzionanti a pieno ritmo, che erano il lato artigianale di questo luogo, mentre dall’altra parte si stava insediando una centrale che ha portato più di duemila persone a lavorare sul territorio, con i relativi cambiamenti, sia a livello paesaggistico che sociale. Nonostante questo la vita nel borgo è sempre proseguita con il ritmo delle distillerie». E fino agli anni Ottanta le due realtà convivevano. «Nella quotidianità c’era un avvicinamento: chi lavorava alla centrale veniva spesso a dare una mano nelle distillerie, specialmente quando, quel tempo, si faceva la cotta di ventiquattr’ore, distillando tutta la notte».

La Notte degli Alambicchi Accesi
Uno scatto da una precedente edizione de La Notte degli Alambicchi Accesi (credits Archivio Apt Trento – foto D. Mosna)

La cosiddetta “cotta di ventiquattr’ore” era un regime imposto dalle dogane già nell’epoca asburgica. «Era un permesso che ogni distilleria doveva richiedere e che durava ventiquattr’ore, durante le quali non c’era stop perché tutti cercavano di distillare il più possibile e quasi sempre lo chiedevano tutte assieme». Così il paese si animava e tra una cotta e l’altra – ciascuna durava all’incirca quattro ore – si andava a trovare le distillerie vicine, ci si aiutava a vicenda, vivendo la distillazione tutti assieme, di notte e di giorno. «Da lì è nata l’idea di creare un evento che ricordasse tutto questo, rievocando l’ultima notte in cui si festeggiava la conclusione della stagione di distillazione».

Oggi le distillerie attive sono cinque: Giovanni Poli, Casimiro, Distilleria Francesco, Giulio & Mauro e Maxentia. La dimensione è quella famigliare, con tecniche tramandate da generazioni. Qui entrare nella sala degli alambicchi è un po’ come entrare nel salotto di casa. Stringi la mano a chi distilla, lo segui tra quelle torri di rame capaci di compiere il miracolo e poi assieme si assaggiano i distillati.

Le grappe che si producono a Santa Massenza sono protette dal disciplinare dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino e le regole sono rigide: solo vinacce fresche locali e distillazione tradizionale con metodo “a bagnomaria” in alambicchi discontinui (in caso servisse, qui c’è un piccolo memo sulla distillazione). All’interno degli alambicchi, si riscaldano quantità contenute di vinaccia ancora fresca e profumata. Un riscaldamento uniforme, lento e costante, che permette di estrarre gli aromi in maniera delicata.

La visita all'interno di una delle distillerie di Santa Massenza
La visita all’interno di una delle distillerie di Santa Massenza (credits Strada del Vino e dei Sapori del Trentino)

Tra distillatori e teatranti
Tra gli eventi che nell’arco dell’anno il Trentino propone alla scoperta del suo patrimonio naturalistico, storico, artistico ed enogastronomico, La Notte degli Alambicchi Accesi è uno dei più suggestivi. Si tratta di uno spettacolo itinerante, messo in scena dalla compagnia teatrale Koinè, che si svolge ogni giorno in due turni. Si parte da un punto di ritrovo nella piazza del borgo e a ciascuno vengono date delle radiocuffie per poter seguire la voce narrante, che anche per questa edizione sarà quella di Patrizio Roversi, caro al grande pubblico per la conduzione in Rai di alcuni programmi di successo come “Turisti per caso”. Divisi in cinque gruppi, si inizia la visita attraverso le cinque distillerie. In ciascuna di esse una rappresentazione teatrale e una degustazione.

Quest’anno gli spettacoli sono programmati per venerdì 6 e sabato 7 dicembre alle 17.00 e alle 21.00, mentre domenica 8 si anticipa alle 16.00 e alle 20.00. Dato il successo dell’evento, è consigliabile prenotare (sul sito di Gardatrentino). Oggi la cotta di ventiquattr’ore non si fa più, ma pare che ci sia, tra quelle del borgo, una distilleria che chiede ancora il permesso per distillare di notte. Sarà il caso di fare un salto in loco per scoprire quale sia.

Compagnia dei Caraibi, Elephant Gin

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