Anche se da molti anni non si corre più tra le province dei Paesi africani e le dune rossastre del deserto del Sahara, il rally raid più famoso del mondo – quarantasette edizioni alle spalle, due sole interruzioni per il rischio di attentati terroristici – ha mantenuto lo storico nome di Dakar (fino agli anni Novanta, Parigi-Dakar).
Un nome che evoca i pericoli e le emozioni di una gara in condizioni estreme, nella quale i piloti di moto, auto, fuoristrada, camion e, da alcuni anni quad, gareggiano per due settimane e settemila chilometri sotto il sole cocente (quest’anno in Arabia Saudita, con un circuito da Bisha, provincia sud-occidentale di Asir, a Shubaytah, Abu Dhabi, due luoghi già noti alla carovana della Dakar).
Un raid così seguito che, appena chiusa un’edizione, già si parla del nuovo regolamento del 2026 per la categoria “Stock”, quella che riunisce le auto derivate da vetture di serie (dunque non i prototipi realizzati ad hoc) grazie al quale Land Rover ha dichiarato di voler tornare a partecipare con tre fuoristrada Defender. È il ritorno alla Dakar di un brand simbolo dell’off-road e dell’avventura: elegante, confortevole ma soprattutto, nell’immaginario collettivo, indissolubilmente legato ad ambienti estremi come quello del deserto.
Estremo per il fondo sabbioso e la pendenza delle dune oltre che per la temperatura (oltre i cinquanta gradi) e l’umidità (fino al novanta percento). La Dakar che si correrà a gennaio 2026, dunque, sarà l’occasione per dimostrare l’affidabilità e la robustezza delle Defender di produzione, come ha dichiarato il Managing Director, Mark Cameron. È lo stesso motivo che ha portato il brand JL a testare proprio tra le strade infuocate di Dubai e sulle dune di sabbia finissima degli Emirati Arabi, l’ultimo nato tra i SUV della casa: la Range Rover full Electric. Un modello che, oltre a beneficiare di oltre cinquant’anni di innovazioni per offrire compostezza e comfort su qualsiasi terreno, si muove grazie a una propulsione che appartiene a un’altra era.
Con specifiche tecniche come la distribuzione bilanciata dei pesi, un sistema di sospensioni e i sistemi di trazione che permettono di mantenere il controllo e la stabilità sulla sabbia, rapide accelerazioni e una guida elegante anche sulle dune. Il fuoristrada elettrico, in commercio da quest’anno, deve infatti garantire la migliore tenuta possibile anche ad altissime temperature, la condizione più sfidante per un veicolo elettrico per la doppia necessità di raffreddare l’abitacolo e, allo stesso tempo, ottimizzare le prestazioni della batteria.
Ecco allora i lunghi giri attraverso le superstrade riarse dal sole di Dubai e le escursioni nel deserto dove, per testarne l’efficienza, le auto sono state guidate ripetutamente attraverso l’equivalente di cento metri in salita su sabbia fine: il banco di prova perfetto per mettere sotto stress le batterie, il motore e ogni altro aspetto meccanico del SUV. Un test severo e felicemente superato perché le prestazioni termiche sono state costantemente mantenute anche durante le impegnative prove nel deserto. Con due benefici: ecologico, certo, ma anche acustico.
Il silenzio: un altro dei vantaggi dell’era elettrica.