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Da bambina era «affascinata dalle complessità del vivere». E dice che a sette anni ha fatto da cavia a se stessa, esplorando le capacità del proprio corpo e dei propri sensi. Sissel Tolaas è radicata nell’infanzia norvegese, tra le casette bianche di Stavanger, tra coste e fiordi pettinati dal vento del Nord. Uno scenario che non stimola i sensi, li scuote. E che l’ha portata a studiare per trenta anni la più invisibile tra le complessità che cercava, quella dell’olfatto.
La sua è una visione artistica basata sulle molecole che entrano nel naso. E delle quali ha dimostrato scientificamente l’impatto con installazioni di memoria olfattiva in giro per il mondo che hanno fatto rivivere le suggestioni del muro di Berlino o della Pompei sepolta dai lapilli.
Che cos’è che scatena la tua necessità di dedicarti all’olfatto?
Il naso e l’olfatto mi hanno sempre sfidato. Capire come annusare correttamente è diventato negli anni il mio obiettivo principale. A guidarmi, il mistero del complesso amigdala-ippocampo, responsabile delle associazioni emotive.
Sono capacità umane trascurate?
Sì soprattutto nei circoletti scientifici e intellettuali. Una negligenza che riflette un problema accademico, dove certi aspetti dell’esperienza umana, sono marginali.
In che modo sei stata influenzatata dagli studi scientifici e matematici?
Applico questo approccio scientifico al mio pensiero e al mio lavoro. Sono ansiosa di integrare il lavoro sul campo come elemento cruciale del mio processo creativo.
Qual è la chiave per fare accettare il tuo lavoro alle comunità artistica quanto a quella scientifica?
La mia curiosità mi ha portato in ambienti dove le mie prospettive personali fossero prese sul serio. Mi sono proclamata una nerd con un vivo interesse per la chimica e ho iniziato a sperimentare molto presto con la natura e il meteo. Esperimenti che hanno suscitato domande su come possiamo discutere le dimensioni invisibili della vita, del meteo e della natura.
Che cosa ti ha insegnato il lavoro?
Che la sopravvivenza non dovrebbe mai essere data per scontata e che ci vuole enorme rispetto per le capacità del corpo umano, l’hardware, e le funzioni essenziali dei sensi, il software. Quando tutto ciò che hai è il tuo corpo, i tuoi sensi e un profondo interesse per la scienza, inizi a vedere il mondo sotto una luce nuova.
Se hai iniziato definendoti una nerd, oggi come ti definisci?
Una professionista nella terra di mezzo. C’è un intero mondo di odori e un intero universo per educare a usare l’olfatto. Sento di non essere limitata a una sola disciplina.
L’olfatto è guidato dal marketing dell’igiene?
Il marketing sempre stato il mezzo principale attraverso cui sono stati comunicati gli odori. Ma le cose stanno cambiando e la scienza ha spostato la sua attenzione sui sensi. Io cerco soltanto di contribuire con le mie conoscenze sull’olfatto, educando le persone su questi processi fisiologici.
In che cosa consiste il tuo contributo?
Sfido i confini sensoriali tradizionali per contribuire alla risoluzione di problemi. Esploro potenziali applicazioni in vari campi, dallo sviluppo di prodotti alla comunicazione, dagli studi ambientali all’assistenza sanitaria.
È vero che siamo troppo “igienizzati” e ciò abbassa le nostre difese immunitarie?
Viviamo in un mondo deodorato, igienizzato e sterilizzato al punto da non essere più salutare né per il corpo né per il pianeta. Essere sporchi è un diritto umano, c’è urgente bisogno di ridefinire cosa significhi essere puliti. I miei archivi olfattivi consentono di aiutare le persone in questo passaggio.
Come fai a “imbottigliare” gli odori?
Dal 2004, Smell RE_searchLab lavora su ricerche all’avanguardia nella chimica e nella tecnologia degli odori. Utilizzando dispositivi speciali, raccogliamo e analizziamo molecole di odore da varie fonti. Questi dati ci consentono di riprodurre gli odori per diverse applicazioni. Ogni campione è catalogato a seconda degli argomenti, tra cui ambiente e clima. Il segreto per imbottigliarli bene è essere presenti durante la raccolta.
Gli odori condizionano l’ambiente?
L’ecologia tradizionale si concentra sullo scambio di materia ed energia degli ecosistemi. Studiando gli odori spostiamo l’attenzione su come gli organi sensoriali raccolgono informazioni ambientali.
Quanto c’è di perduto nelle nostre capacità olfattive?
Se andiamo alle origini della comunicazione olfattiva tra le specie, si aprono altre strade per studiare le interazioni tra tutti gli esseri viventi. Le persone un tempo erano in grado di usare il naso per qualcosa di più che respirare. Potevamo perepire informaziomni utili in ogni nanoparticella. Perché gli organismi interagiscono continuamente con l’ambiente e percepiscono gli odori per identificare segnali che influenzano il comportamento. Tornare a una percezione attenta è essenziale per capire, ad esempio la qualità dell’aria, l’inquinamento e la reazione ai cambiamenti del clima. Annusare i problemi di un popolo attiva una guida all’azione.
Qual è la relazione tra odori, ricordi ed emozioni?
L’intimo legame tra l’olfatto e il complesso amigdala-ippocampo evidenzia una forte predisposizione alle associazioni emotive. Per questo è inaccettabile che questo senso sia stato trascurato. La memoria è più di un semplice deposito di fatti, è un agente che modella la comprensione del mondo.
Scatena più emozioni una foto o un odore?
L’olfatto evoca risposte emotive più efficaci rispetto ai ricordi visivi.
Esiste un imprinting dell’odore?
Quando il cervello incontra per la prima volta un odore, l’associazione che si forma può durare una vita. Questo processo è evidente durante l’infanzia, con i centri emozionali del cervello molto attivi. Da adulti maturano le facoltà razionali e preoccupazioni logiche.
Creare arte con odori e profumi: c’è un olfatto estetico?
Tutti i sensi operano simultaneamente, questo vale anche per l’arte. La nostra società è dominata dal visivo. Ma la vista ci separa dall’oggetto. Creare arte con gli odori apre una dimensione sensoriale avvolgente.
Qual è la differenza tra un artista e un creatore di profumi?
La differenza è nell’approccio, nell’intento e nei contesti nei quali lavoriamo. Lo scopo di un naso è realizzare fragranze per scopi commerciali. Il mio è usare l’olfatto per esplorare temi complessi come la memoria e la cultura.
Se usassimo bene i segnali degli odori dove potremmo arrivare?
Credo che un giorno una molecola di odore potrebbe essere utilizzata per uccidere le cellule tumorali. Ma già oggi io uso le molecole di odore nella mia vita quotidiana per mandare messaggi del tipo: «stammi lontano», «avvicinati», «sii prudente» o «ascoltami».
Come fai?
Grazie alle “molecole di odore funzionale” esploro le potenziali funzioni dei singoli odori: alcune molecole possono aiutarti a dormire, altre possono aumentare l’attenzione e alcune possono farci piangere. Tutto è chimica.
Gli odori possono essere sognati?
Sì ma è più comune sognare immagini o suoni. Le esperienze olfattive nei sogni sono legate a ricordi emotivi molto forti.
L’odore più stigmatizzato?
L’odore corporeo, il BO, come lo chiamano le aziende di deodoranti. In particolarei l sudore e alla scarsa igiene. In molte società si maschera l’odore corporeo attraverso profumi e lavaggi continui. Ma questo può portare a discriminare le persone.
Perché tolleriamo l’odore della nostra cacca?
Siamo abituati ai nostri odori perché li produciamo. Sono meno scioccanti rispetto a quelli degli altri. Se sappiamo che l’origine di un odore siamo noi, non serve attivare campanelli d’allarme.
Più andiamo avanti con l’intervista, più emerge una vicinanza con gli animali.
Le capacità degli animali e degli umani mostrano differenze e somiglianze. Entrambi fanno affidamento sul loro senso dell’olfatto, ma si sono adattati a esigenze e ambienti specifici. Gli umani hanno circa 5-6 milioni di recettori olfattivi, mentre i cani circa 220 milioni. Questa differenza consente loro di rilevare malattie come il diabete.
Che odore ha il sesso?
Il concetto di igiene personale influenza il modo in cui le persone percepiscono il sesso. Nelle culture in cui questo è accettato apertamente, c’è meno disagio. I tabù modellano la percezione.
A Roma si dice che l’omm ha da puzzà.
Oggi mi pare una critica agli standard di pulizia. A livello simbolico, la “puzza” dice che il carattere è abbracciare il vero sé, senza pressioni sociali.
Si deve diffidare da ciò che è inodore?
Può essere pericoloso. Per esempio l’antigelo non ha odore. Questo può portare all’ingestione accidentale da parte di animali domestici o bambini.
Che futuro olfattivo ci aspetta?
Sono ottimista e spero che l’importanza dell’intelligenza emotiva superi la razionalità dell’intelligenza artificiale. Questa scienza chiede di mettere in pausa gli obiettivi del marketing.