L'ItabolarioTrasparenza

Sulla mancata esposizione del corpo di Osama sono scorsi fiumi di inchiostro. Chi ha plaudito la scelta non mostrare il cadavere in nome di un principio di civiltà, chi sostiene l’esigenza dell’imm...

Sulla mancata esposizione del corpo di Osama sono scorsi fiumi di inchiostro. Chi ha plaudito la scelta non mostrare il cadavere in nome di un principio di civiltà, chi sostiene l’esigenza dell’immagine per rispetto verso l’opinione pubblica. Questo dibattito mi pare leggermente surreale. Sarei anche d’accordo con la soluzione americana, perché esibire il nemico abbattutto è brutto e anche rischioso. Ma è evidente che non c’è uno straccio di prova (a meno che consideriamo un sito di Al-Qaeda molto attendibile): non una foto, né un video, né niente. E già fioriscono – inevitabilmente – teorie complottarde a ogni angolo di strada: Bin Laden era già morto, non è morto per niente, la messinscena serve solo a Obama per essere rieletto. Ci troviamo su un piano insieme giuridico e politico: non esisteva una risposta creativa al dilemma, magari in grado di fare giurisprudenza? Per esempio, non si sarebbe potuto convocare dieci medici legali di diversa nazionalità, o dieci giornalisti delle testate più importanti del pianeta, o dieci premi nobel, o chi vi pare a voi, far loro vedere il corpo per poi far loro firmare una dichiarazione giurata da pubblicare urbi et orbi? Non mi sembra un cosa impossibile, e se mi avessero chiamato, io un biglietto per Bagram lo avrei acquistato…

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club