VB Marmi, Milano
Vanessa Beecroft è protagonista in questi giorni di una doppia personale nelle sedi della Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli.
Nello spazio di Milano in mostra opere di marmo, frammenti e busti dai colori vividi: Sodalite blu, Macaubas azzurro, Lapislazzuli blu, Rosa Portogallo, Nero del Belgio, Statuario bianco, Onice verde e Rosso Francia.
Nella sede di Napoli fino al 9 luglio le videoproiezioni di VB66 e VB67, realizzate dall’artista nel 2010, rispettivamente al Mercato Ittico di Napoli e agli Studi Nicoli di Carrara e i lavori fotografici della prima performance.
Durante l’inaugurazione di martedì scorso a Milano, sedute sui blocchi di pietra c’erano una decina di donne, nude, ferme davanti al pubblico invitato dalla galleria.
Vanessa Beecroft, oltre a essere una cara amica, è fra le artiste italiane più accreditate del panorama artistico contemporaneo internazionale.
Il suo lavoro è molto complesso. Si tratta di performance che durano qualche ora preparate scrupolosamente nei minimi dettagli di cui restano poi delle fotografie, il cui valore di mercato in alcuni casi ha raggiunto i 110.000 euro, e dei video.
Dietro ognuna delle sue performance ci sono mesi di lavoro, niente è lasciato al caso: il casting, le location, le luci, tutto è studiato fin nei più piccoli particolari.
Le sue references visive sono molto pittoriche, spesso attingono all’arte antica che Vanessa attualizza con contaminazioni moderne.
Non so quanti di voi abbiano assistito a una delle sue performance, è un’esperienza emozionante.
L’atmosfera è sacrale: le sue donne anche se presenti sono irraggiungibili, in un’altra dimensione, altrove. A volte nude, spesso dipinte, sempre mute e immobili, non possono parlare fra loro, non possono guardare gli spettatori.
I tableaux vivants di Vanessa hanno diversi livelli di lettura. Quello che sicuramente colpisce subito è il fortissimo impatto estetico, scenografico ed emozionale ma il lavoro di Vanessa è un’indagine acuta sul corpo, la bellezza, l’identità.
Ho avuto la fortuna di collaborare con lei alla realizzazione di VB47, VB48, VB52, VB53: tutte esperienze molto intense che ho scolpite nella memoria.
Di queste quella che mi ha coinvolto maggiormente è stata VB48: trenta modelle nere in una delle più belle sale del Palazzo Ducale di Genova.
Era il luglio 2001, io ero appena tornata in Italia dopo una lunga esperienza di vita e di lavoro a New York. Ricordo il caldo afoso e l’aria tesa dei giorni che avrebbero preceduto il G8, in una Genova che sarebbe stata di lì a poco devastata da tre giorni di scontri tra polizia e manifestanti.
Il mio compito era quello di trovare le donne per la performance, un casting tutt’altro che semplice: 30 ragazze nere, tutte bellissime. Un impegno durato mesi.
Siamo stati a Genova 2 giorni lavorando senza mai smettere: prove, video, fotografie e poi il momento della performance. Che emozione entrare in quella sala un attimo prima dell’arrivo degli spettatori e vedere tutte quelle donne lì in piedi, forti, fiere, immobili. Lo sono rimaste per ore.
E voi vi mettereste nudi, davanti a un pubblico, per un’artista come la Beecroft?