ManicaLargaSorpresa: Ora Murdoch è proprio un cattivone

Duecento giornalisti sul lastrico, una testata vecchia di 167 anni che chiude i battenti, diverse carriere in bilico, compresa quella del gran delfino James Murdoch. Boy oh boy. Che casino. L’inter...

Duecento giornalisti sul lastrico, una testata vecchia di 167 anni che chiude i battenti, diverse carriere in bilico, compresa quella del gran delfino James Murdoch. Boy oh boy. Che casino. L’intercettazioni-gate sta tenendo la Gran Bretagna col fiato sospeso. Questo, infatti, pare solo l’inizio. La BBC va dicendo da oramai 24 ore che oggi arresteranno Andy Coulson, direttore di News of the World al tempo dei reati e già signore degli spin-doctor di Cameron a Downing Street. E poi proprio Cameron ha scaricato l’amica Rebekah Brooks (vanno a cavallo insieme), attuale ad di News International e pure lei ex direttrice del NOTW al tempo della vergogna, dicendo che lui, al posto di Murdoch, avrebbe “accettato le sue dimissioni”.

La chiusura d’ufficio del domenicale più letto del Regno Unito – vende, ops, vendeva 2,7 milioni di copie – è infatti un colpo di teatro tipico di Murdoch e gronda cinismo. Invece di silurare la Brooks – scudo umano del figliolo James – l’editore globale prefersice tagliarsi una libbra di carne. Il ragionamento non fa una grinza: la testata era ormai tossica, con la pubblicità in fuga e i lettori indignati. Meglio tirare giù la saracinesca e magari iniziare daccapo con un nuovo giornale – gli allibratori puntano su The Sunday Sun. Così nel mentre si fa pure un po’ di economia di scala, si riassume solo la metà dei giornalisti mandati a casa e tutto fila per il verso giusto. Ma soprattutto si spera che la cortina fumogena funzioni e i britannici si contentino di guardare il dito invece che la luna.

Già perché la verità, come sempre, è un’altra. Ed è scomodissima. L’intercettazioni-gate va avanti da una vita. Il Guardian ha suonato per la prima volta il campanello d’allarme nel 2002. Poi nel 2006. Poi nel 2008. Ora la valanga di rivelazioni. Nel mentre News International ha fatto spalluce, ha negato, ha sviato, ha ammesso, ha mentitito e chi più ne ha più ne metta. Ma soprattutto due governi di segno opposto si sono alternati nelle stanze del potere. E tutti negli utlimi 20 anni e più hanno ballato col vecchio diavolone. Prima il Labour di Tony Blair, che ha incassato il sostegno della corazzata-Murdoch per tre mandati consecutivi – vinti – e poi i Conservatori di Cameron. Che hanno fatto carte false per far cambiare cavallo a News Int.

E allora diciamo le cose come stanno. Almeno a partire dalla Thatcher le elezioni in Gran Bretagna le vince chi si ingrazia Murdoch. Non che sia l’unico fattore ma vale il 50% della partita. Scusate se è poco. Tanto è vero che ieri sera, a Newsnight, programma di approfondimento della BBC, Ed Miliband era non poco in difficoltà quando gli si chiedeva conto delle pomiciate tra il suo partito e l’impero dell’australiano. “Stiamo imparando la lezione”, ha ripetuto 10 volte. Un gerundio che non si può sentire in italiano come in inglese. Il punto è: se col diavolone si balla a turno è difficile poi mettere in croce il tuo avversario quando è lui in pista. E allora: è un caso che, prima delle elezioni, James Murdoch abbia attaccato la BBC definendola “una pachiderma fuori controllo” e poi, a governo formato, la scure dei tagli si sia abbattuta sulla zietta con foga infuocata? Mmm. Ed è un caso che il take-over di BSkyB, la holding britannica di Murdoch, stia avendo un trattamento di riguardo?

No, non è un caso. Vince Cable, superministro Lib-Dem alle Attività Produttive, d’altra parte, aveva mostrato gli attributi quando il dossier era ancora sulla sua scrivania. Ma grazie a un’operazione di killeraggio giornalistico di bassissima lega – operato dal Daily Telegraph, quotidiano conservatore – la responsabilità venne trasferita al più duttile ministro della Cultura Jeremy Hunt. Insomma, chi tocca News International muore. O almeno, così è stato fino all’altro giorno. Ora, in pieno stile Gattopardo, tutto cambierà affinché nulla cambi. A meno che non sia troppo tardi. Il domino, nei paesi anglosassoni, non si sa mai quando finisce: Cameron potrebbe trovarsi a dover rispondere a domande molto scomode. E poi bisogna vedere come si comporteranno al di là dell’Atlantico. Il New York Times sta già puntando alla gola del vecchio magnate. Che, diamo a Cesare quel che è di Cesare, il suo mestiere lo sa fare: Murdoch, come si dice in gergo, è un editore puro. È uno che ama il potere, vero, ma soprattutto ama i giornali. E ora che, per la prima volta, il suo impero, seppur leggermente, sta vacillando, sono in molti, nel Regno Unito, a domandarsi se valga o meno la pena si spingere: il grande e prestigioso Times, da quando Murdoch lo ha acquistato, non ha mai prodotto utili. Voi perdereste, per oltre 20 anni, decine di milioni di sterline all’anno? Appunto. E sono in molti a pensarla così.

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