Nel mirinoLe dimensioni contano?

Woman in front of Andreas Gursky 99 cent - 1999, 206 x 336 cm- photo by Jurgen Zeller   John Szarkowski, allora visionario direttore del dipartimento di fotografia del MOMA, aveva colto esattament...

Woman in front of Andreas Gursky 99 cent – 1999, 206 x 336 cm- photo by Jurgen Zeller

John Szarkowski, allora visionario direttore del dipartimento di fotografia del MOMA, aveva colto esattamente il segno del tempo quando nel 1983 volle la mostra BIG PICTURES BY CONTEMPORARY PHOTOGRAPHERS.

Stimolò così il dibattito sul “nuovo” trend riguardo la dimensione della fotografia, perché “although the technical ability to make very large photographs has existed for over a hundred years, (su questo non sono particolarmente d’accordo) the artistic impulse to exploit size as an essential part of a photograph’s content is new”.

Oggi probabilmente sembrerebbe altrettanto rivoluzionaria una mostra che esponesse solo fotografie che non raggiungono il metro.

Ma come mai la fotografia si è “allargata”?

Il fatto è che tutto quello che riguarda l’immagine è diventato sempre più grande: le televisioni, gli schermi cinematografici, i cartelloni pubblicitari.

Quindi probabilmente era fisiologico che anche la fotografia si adeguasse.

Da un punto di vista commerciale la dimensione conta per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più sfinito dai continui bombardamenti visuali.

Inoltre la tecnologia attuale permette ingrandimenti un tempo impensabili senza rinunciare alla risoluzione dell’immagine.

La dimensione conferisce autorevolezza, monumentalità, è assertiva della neopatente di artisticità.

Gli allievi di Bernd e Hilla Becher presso la Kunstakademie di Düsseldorf: Andreas Gursky, Jörg Sasse, Thomas Struth, Candida Höfer e Thomas Ruff, hanno fatto dei grandi formati la loro firma, le gigantesche opere di questi bravissimi artisti contemporanei sono meravigliose, ipnotiche, impressionanti per dimensioni e precisione guardandole si ha l’impressione di perdercisi dentro, l’interazione dello spettatore con l’opera d’arte è totale.

Però non sempre grandezza è sinonimo di bellezza.

Se una foto è bella lo sarà anche stampata in dimensioni microscopiche mentre quando una foto è brutta ingrandirla produrrà solo centimentri inutili di bruttezza.

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